Alcune infezioni virali o
batteriche molto comuni possono aumentare il rischi di
sviluppare alcune forme di demenza, come quella cardiovascolare
o la malattia di Alzheimer. Lo indica la ricerca pubblicata
sulla rivista Nature Aging e guidata da Keenan Walker, dei
National Institutes of Health.
Secondo la ricerca sono sei le infezioni che potrebbero
avere un effetto negativo sul decadimento delle capacità
cognitive. L' ipotesi che mette in relazione infezioni virali o
batteriche con lo sviluppo delle demenze circola da tempo, ha
osservato l'autore della ricerca, ma è stato solo dopo la
pandemia, anche con l'affermarsi del long Covid caratterizzato
da problemi neurologici, che l'ipotesi si è fatta piu' concreta.
Nella ricerca è stata osservata una diminuzione nel volume
del cervello in zone cruciali per la memoria come l'ippocampo,
in seguito ad infezioni.
I dati provengono dallo studio longitudinale di Baltimora
sull'invecchiamento: il team di Walker ha analizzato i
cambiamenti di volume cerebrale in 982 adulti sani, di cui circa
la metà aveva sofferto di infezioni virali semplici, e l'altra
meta' no. I dati sono state aggiornati annualmente a partire dal
2009.
Le infezioni più collegate ad una progressiva atrofia di
zone cerebrali associate a loro volta al declino cognitivo sono
risultate influenzea, polmoniti, herpes, mononucleosi, il
batterio h.pylori che colpisce lo stomaco, le epatiti.
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