Oltre la metà della popolazione
anziana (il 61%) presenta anomalie delle valvole cardiache di
grado almeno lieve-moderato, in particolare della valvola
aortica, nel 27% dei casi, e della valvola mitralica, nel 34%.
Ma un terzo sfugge alla diagnosi, complici la scarsa
consapevolezza del problema e l'insorgenza in molti casi
asintomatica o con disturbi (come stanchezza, affanno, dolore al
petto), comuni ad altre patologie dell'anziano come scompenso
cardiaco e Bpco. Le patologie alle valvole cardiache interessano
fino al 95% degli over 75, con un impatto altissimo sulla salute
e la qualità di vita, e un rischio di morte di circa il 50% a 2
anni dall'eventuale esordio di sintomi e del 75% a 3 anni.
Questi i nuovi risultati dell'indagine Prevasc (Prevalenza delle
malattie cardiovascolari), il primo studio epidemiologico mai
realizzato in Italia basato su un programma di screening di
comunità, che ha stimato la prevalenza e la severità delle
patologie valvolari cardiache nella popolazione anziana.
L'indagine, condotta dalla Società Italiana di Cardiologia
Geriatrica (SICGe) in collaborazione con l'Azienda
Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze, ha coinvolto oltre
1000 persone over-65 residenti in 10 piccoli comuni (meno di
tremila abitanti) distribuiti su tutto il territorio nazionale.
I risultati, riferiti a 857 soggetti sul totale dei
partecipanti, sono stati presentati durante il Congresso
Nazionale SICGe in corso a Firenze.
Aorta, mitrale, tricuspide, polmonare: sono le quattro
valvole cardiache in grado di aprirsi e chiudersi in maniera
coordinata col battito del cuore, consentendogli di pompare in
modo efficace circa 7mila litri di sangue ogni giorno. Una
funzione vitale ma che può essere compromessa con l'avanzare
dell'età. Invecchiamento e presenza di fattori di rischio
cardiovascolare quali ipertensione, ipercolesterolemia, diabete,
obesità, favoriscono, infatti, la degenerazione e, quindi, il
malfunzionamento delle valvole cardiache (mancata chiusura o
restringimento, detti anche, rispettivamente, insufficienza e
stenosi). L'unico modo per evitare complicazioni future e per
ridurre la mortalità associata alle valvulopatie è fare diagnosi
precoce e prevenzione delle complicanze, sottoponendosi a un
semplice esame cardiologico - elettrocardiogramma (Ecg) o
ecocardiogramma. Ma in assenza di programmi di screening
strutturati, prevenzione e diagnosi precoce continuano a
rimanere un miraggio. "Le evidenze emerse dallo studio Prevasc -
afferma Alessandro Boccanelli, vicepresidente SICGe e
coordinatore dello studio - spingono a proseguire la strada
intrapresa per far sì che l'intera popolazione over-65 possa
beneficiare di un programma di screening cardiovascolare
strutturato e capillare".
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