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Nanoparticelle di diatomite e oro per combattere cancro al colon

Nanoparticelle di diatomite e oro per combattere cancro al colon

Cnr, nuovo approccio potrebbe migliore sopravvivenza pazienti

ROMA, 10 dicembre 2024, 14:31

Redazione ANSA

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Nanoparticelle di diatomite e oro per combattere il cancro colorettale. E' l'innovativo 'nanosistema' capace di veicolare farmaci in maniera specifica verso le cellule tumorali messo a punto da ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isasi, Cnr-Ieos e Cnr-Irgb). I risultati dello studio, sostenuto da Fondazione Airc, sono pubblicati su International Journal of Nanomedicine.
    Nel sistema messo a punto si sono utilizzate nanoparticelle ibride, composte da diatomite, oro ed un farmaco anticancro, il galunisertib, il tutto incapsulato in una matrice di gelatina.
    Le nanoparticelle sono state progettate per riconoscere e colpire selettivamente le cellule tumorali che esprimono la proteina L1CAM, un marcatore associato alla progressione del tumore e alle metastasi. "Il nostro nanosistema si basa su un cuore di diatomite, una sostanza porosa derivata dai resti fossili di alghe microscopiche. La sua struttura offre notevoli vantaggi in termini di biocompatibilità e capacità di trasporto di molecole farmacologiche", spiega Ilaria Rea, ricercatrice al Cnr-Isasi. A rendere il sistema ancora più efficace è la gelatina che avvolge il farmaco, che permette un rilascio mirato del farmaco aumentando l'efficacia e riducendo al minimo gli effetti collaterali. Il dispositivo sviluppato è anche in grado di monitorare il rilascio dei farmaci e consentire l'imaging diagnostico. Lo studio si è concentrato su L1CAM, una proteina altamente espressa in diversi tipi di tumori, incluso il cancro al colon retto, e strettamente associata alla progressione tumorale, alla formazione di metastasi e alla resistenza ai trattamenti. "L1CAM è una sorta di marchio molecolare delle cellule tumorali più aggressive," aggiunge Enza Lonardo, ricercatrice al Cnr-Igb. "Abbiamo scelto questa proteina per garantire che il nanosistema possa riconoscere e colpire selettivamente le cellule tumorali, evitando di danneggiare i tessuti sani". Gli studi condotti finora hanno dimostrato che il nanosistema è in grado di ridurre significativamente la massa tumorale, senza causare effetti collaterali evidenti. "Questo approccio potrebbe ridurre significativamente il rischio di recidive e migliorare la sopravvivenza dei pazienti", afferma Lonardo. "Il nostro obiettivo è portare questa innovazione nelle corsie ospedaliere il prima possibile", conclude Anna Chiara De Luca del Cnr-Ieos.
   

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