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DS SM, spegne cinquanta candeline al Salone Rétromobile

DS SM, spegne cinquanta candeline al Salone Rétromobile

La macchina di Pompidou, dello Scià di Persia e di Johan Cruyff

MILANO, 04 febbraio 2020, 18:25

Redazione ANSA

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DS SM, spegne cinquanta candeline al Salone Rétromobile - RIPRODUZIONE RISERVATA

DS SM, spegne cinquanta candeline al Salone Rétromobile - RIPRODUZIONE RISERVATA
DS SM, spegne cinquanta candeline al Salone Rétromobile - RIPRODUZIONE RISERVATA

conquistando un posto di rilievo nella storia dell'industria e tra gli appassionati di automobili.

Al Salone in corso in questi giorni, DS Automobiles e DS Héritage celebrano quest'opera meccanica con tre SM esposte, al fianco di DS X E-TENSE, erede di questa audace avventura e di questi valori.

Quando viene lanciato il progetto S negli anni '60, la DS è già un mito. L'obiettivo è applicare le innovazioni tecnologiche e l'immagine della DS a un veicolo sportivo, che ne erediti le caratteristiche. Jacques Né, l'ingegnere incaricato del progetto, punta inizialmente alla 24 Ore di Le Mans, ma il Direttore Generale Pierre Bercot sposta rapidamente l'obiettivo verso un'auto di prestigio, da posizionare più in alto rispetto alla DS, da tenere comunque sempre in produzione. In fase di sviluppo la condivisione dei componenti si rivela essenziale. La nuova creazione deve poggiare sul telaio di una DS ed essere assemblata nelle stesse linee di Quai de Javel, a Parigi. Sotto la direzione di Robert Opron, un team guidato da Jean Giret e Jacques Charreton riesce a completare il progetto di quella che sarà la SM. Il modellino in scala 1:1 è prodotto nelle officine di Rue du Théâtre.

L'arrivo di Maserati nel team Citroën apre nuove prospettive e un'azienda italiana lancia lo studio di un piccolo V6 moderno.

La SM, presentata al Salone di Ginevra 1970, si presenta come la degna erede della DS. La Gran TuriSMo moltiplica i plus: linea fluida e aggressiva, telaio posato sulla famosa sospensione idraulica, abitacolo futurista dai quadranti ovoidali e un V6 Maserati. Il DNA di DS portato alla massima potenza.

Sotto il lungo cofano il V6 a 90° propone due alberi a camme in testa per ogni fila di cilindri. La cilindrata è inizialmente limitata a 2.670 cm3 per rientrare nei valori penalizzanti previsti in Francia sopra i 16 cavalli fiscali. Il blocco motore in lega, particolarmente compatto (31 centimetri di lunghezza) e molto leggero (140 chilogrammi), è inizialmente alimentato da tre carburatori Weber a doppio corpo per una potenza di 170 cavalli a 5.500 giri/minuto, prima di arrivare a un'iniezione elettronica sviluppata con Bosch per portare la potenza a 178 cavalli, migliorando la fluidità di utilizzo. La SM ripropone la centralina idraulica, protagonista del successo della DS. Il liquido verde LHM alimenta e assiste qualcuna delle funzioni principali: sospensione, freni (comandati da un pedale a forma di fungo), sterzo e regolazione verticale dei fari. Lo studio del collegamento al suolo è particolarmente studiato in modo che la #SM abbia la trazione più rapida del mondo con un assale anteriore a tirante, differenza notevole rispetto a DS. Lo sterzo chiamato DIRAVI (per DIrection à RAppel asserVI) è una delle grandi innovazioni della SM e ha la particolarità di diventare più rigido con l'aumentare della velocità, grazie a un regolatore idraulico montato all'estremità del cambio. Questo sterzo si rivela particolarmente leggero e diretto in città, e più stabile ad alta velocità. Georges Pompidou, Presidente della Repubblica francese al momento del lancio, ma anche Léonid Brejnev, lo Scià di Persia, Haïlé Sélassié, Burt Reynolds, John Williams, Johan Cruyff, Bernard Pivot, Line Renaud o Jay Leno hanno avuto o posseggono ancora una SM.

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