(di Francesco Carbone)
La crisi dell'industria
automobilistica europea investe gli stabilimenti italiani fino a
colpire i lavoratori dell'indotto. Tra quelli di Trasnova e
quelli di Logitech, (tutti lavorano per Stellantis a
Pomigliano), sono circa 300 i lavoratori che a Natale si sono
trovati con la lettera di licenziamento. L'opposizione e i
sindacati puntano il dito sul governo: ha azzerato il fondo
automotive proprio nel mezzo della crisi del settore
(soprattutto l'elettrico). Il ministro delle Imprese e del made
in Italy si mostra però ottimista su un possibile accordo con
Stellantis che annuncia intato di poter spostare la produzione
più sull'ibrido.
A più riprese Urso ha indicato un obiettivo alto: 1 milione
di auto prodotte in Italia. Ma proprio ieri, il leader di Azione
Carlo Calenda, in una polemica su La7 con il capo delle risorse
umane di Stellantis, Giuseppe Manca, ha rivelato, ad esempio, un
crollo nella produzione di Maserati: 99 auto. Un crollo di oltre
il 70% sul picco di produzione della casa Stellantis, visitata
proprio pochi giorni fa da Elkann.
Due i tavoli che dovrebbero dare risposte ai lavoratori
campani e non, dell'indotto o direttamente impiegati. Ma si
tratta di risposte importanti anche per l'azienda (è già emersa
la disponibilità del governo a rimettere una quota sul fondo
automtive): martedi' prossimo il tavolo su Trasnova. Il 17 il
tavolo al Mimit con Stellantis. Confronto che pero' lavoratori e
anche l'opposizione, chiedono di spostare direttamente a Palazzo
Chigi. E anche oggi è proseguito il pressing per portare
direttamente il presidente di Stellantis, John Elkann, a
riferire in Parlamento.
Gli operai campani scrivono intanto al presidente Sergio
Mattarella. Chiedono "dignità".
La Fiom fa un primo bilancio "il 6 dicembre, anche per le
lavoratrici ed i lavoratori della Logitech, azienda operante nel
perimetro Stellantis nei siti di Piedimonte San Germano
(Cassino), Pomigliano d'Arco e Melfi, è stata avviata la
procedura di licenziamento collettivo per 101 unità su 115
dipendenti. Solo questa settimana registriamo nell'indotto
Stellantis 198 licenziamenti". E circa 100 sono quelli
licenziati da Trasnova (97 l'ultimo aggiornamento). Insomma,
circa 300 operai in strada.
Le posizioni, soprattutto politiche, sulla crisi
dell'automotive sono opposte. Dalla maggioranza si punta il dito
sulle politiche green fortemente supportate dalla sinistra in
Europa (il famoso 2035 ribadito dall'Ue come fine dei motori
endotermici). Le sinistre tendono, invece, a difendere la scelta
'green' ed a puntare ai possibili benefici, anche economici, del
passaggio all'energia pulita.
Sullo sfondo resta la polemica su quanto Stelantis ora, Fiat
prima, abbia incassato dalla fiscalità generale in termini, ad
esempio, di cassa integrazioni concesse o benefici fiscali per
la produzione al sud.
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