Era il 5 aprile del 1959, esattamente 60 anni fa, e alcune strane 'scatolette' di lamiera con le ruote in corrispondenza degli spigoli, rese gentili da tinte pastello come il Florentine Blue, il Palm Green o il Fiesta Yellow, presero a circolare attorno allo stabilimento British Motor Corporation di Longbridge, nei pressi di Birmingham (https://www.youtube.com/watch?v=vbqU-4oksh4). Il giorno precedente, il 4 aprile, dalle linee di montaggio erano usciti - con non poche apprensioni, vista la concezione rivoluzionaria dell'auto - 3 esemplari, dando di fatto il via alla produzione della iconica Mini.
Disegnata dall'ingegnere d'origine greca Alec Issigonis questa piccolissima auto (era lunga appena 303 centimetri) portava sul mercato una concezione rivoluzionaria, quella di 'risparmiare' in peso e volumi per abbassare i consumi della benzina, allora bene 'prezioso' (nel 1956 era scoppiata la prima crisi energetica con la chiusura del Canale di Suez) pur continuando ad offrire nella carrozzeria a 2 volumi e 2 porte spazio per 4 persone. Come evidenziano i primi schizzi di Issigonis e una sezione della prima generazione della vettura, la Mini sfruttava una originale - per l'epoca - disposizione anteriore trasversale del motore con cambio montato sotto al propulsore e coppa dell'olio unica e trazione sull'avantreno. Decisamente innovative anche le sospensioni a ruote indipendenti con elementi elastici in gomma (al posto della tradizionale coppia molle-ammortizzatori), le ruote da soli 10 pollici di diametro e lo sportello del vano bagagli che - ribaltandosi verso il basso assieme alla targa, che restava così visibile - permetteva di trasportare oggetti anche ingombranti. La presentazione alla stampa avvenne il 18 e 19 agosto del 1959 sulla pista di Chobham nel Surrey e il debutto commerciale avvenne il 26 agosto del 1959, con marchi Austin (il nome era Seven) e Morris (come Mini Minor) e gli allestimenti Standard e De Luxe.
Sotto al cofano un motore già utilizzato da BMC, ma mai con questa disposizione. Si trattava del 4 cilindri Serie A con albero a camme laterale e cilindrata di 848 cc, che raggiungeva una potenza di 34 Cv. Altra particolarità - fra le molte invenzioni di Issigonis - lo spostamento del radiatore sul lato sinistro per farlo entrare nel corto vano anteriore. Nella sua lunga carriera, che si è chiusa nel 2000, la Mini 'originale' (il nome è poi stato ripreso dalla Bmw, nuova proprietaria) è stata prodotta in quasi 5,4 milioni di esemplari.
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