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Classe e tecnica del Bejart Ballet Lausanne al Festival di Nervi

Classe e tecnica del Bejart Ballet Lausanne al Festival di Nervi

Applausi ieri sera ai Parchi

NERVI, 13 luglio 2024, 09:30

Redazione ANSA

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Era l'estate del 2000 quando il Festival di Nervi fu affidato alla direzione artistica di Maurice Bejart. Il grande coreografo regalò un cartellone di alto livello, firmando alcune delle serate più interessanti delle ultime annate della manifestazione ballettistica genovese.
    Bejart è morto nel 2007 a 80 anni, ma la sua arte continua a vivere grazie alla sua compagnia, il Bejart Ballet Lausanne, che ieri sera è tornata ai Parchi nell'ambito del Nervi Music Ballet Festival, omaggio al suo fondatore e guida per decenni, ma anche apertura verso strade diverse. In questa ottica, la prima coreografia portava la firma di Gil Roman direttore artistico della compagnia fino a febbraio scorso, già danzatore di fiducia di Bejart. "Alors on danse" su musiche di John Zorn, Citypercussion e Bob Dylan ideate nel 2022 vuole essere una celebrazione della danza fine a se stessa: "Ho composto una sequenza di coreografie incentrate sulla tecnica classica - ha detto Roman - che non aveva altro scopo che il piacere di ballare".
    Ineccepibile, naturalmente l'esecuzione da parte dell'intera compagnia a cominciare da Jasmine Cammarota che ha aperto il lavoro. Poi Bejart. "Liebe und Tod" è costruito sulla musica di Mahler, autore che il coreografo amava particolarmente, tanto da utilizzarlo in molte sue creazioni. La passionalità il lirismo teso del compositore boemo ispirano a Bejart una coreografia di forte tensione emotiva, plastica nella gestualità, profondamente calata nel tessuto sonoro: un pas de deux che Kathleen Thielhelm e Oscar Eduardo Chacon hanno interpretato con perfezione tecnica e ammirevole trasporto espressivo. Infine "Sette danze greche" per le quali Bejart si è ispirato a Mikis Theodorakis: un gioco festoso e brillante cui la Compagnia ha partecipato in maniera corale o in formazioni numericamente più contenute (da sottolineare anche le variazioni a solo dell'ottimo Alessandro Cavallo) rileggendo una coreografia che evidenzia ancora una volta la ricchezza di fantasia e di contenuti del grande coreografo che qui non dimentica neppure qualche misurata citazione del suo celebre "Bolero". Applausi calorosissimi.
   
   

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