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In collaborazione con #Giffoni54
Fin dall'inizio si era
capito che per Claudia Pandolfi "Il ragazzo dai pantaloni rosa",
ispirato alla storia vera del quindicenne Andrea Spezzacatena
che, vittima di bullismo e cyberbullismo, nel 2012 si tolse la
vita, non era un film come gli altri. Ma a confermarlo arriva
quasi alla fine della conferenza stampa a Giffoni uno scoppio di
lacrime che l'attrice romana non riesce e nemmeno vuole
trattenere. "Scusatemi - dice ai giornalisti - ma è la prima
volta che parlo di questo film e non volevo piangere... Tra poco
verrò a capo di questa mia rivoluzione interiore e tornerò
controllata".
In sala, oltre agli altri componenti del cast del film che
l'abbracciano, la coccolano, le offrono acqua e fazzoletti, c'è
anche Teresa Manes, la mamma di Andrea che in seguito al tragico
evento ha dedicato la sua vita a spiegare alle scuole di ogni
grado il pericoloso uso che a volte si fa delle parole. "Con
Teresa - dice Pandolfi - si è creato un rapporto molto intenso e
io ero particolarmente emozionata e me la sento ancora addosso
la storia di Andrea e faccio fatica a gestirla. È una storia che
abbiamo abbracciato tutti, ho visto un amore che non ho visto
spesso sui set dove si creano un po' delle bolle ma si tende a
spesso a tirar dritto. Invece tutti avevamo un'attenzione
particolare, questa storia mi ha commosso all'inverosimile e mi
ha aiutato tanto vedere la solidarietà degli altri".
Secondo l'attrice questa è la lezione più importante che le
ha dato la mamma di Andrea: "Lei ha trasformato questa sua
tragedia in maniera così generosa e coraggiosa per gli altri,
non so se io ne sarei stata in grado. Lei gioca proprio in un
altro campionato... come intelligenza emotiva". E conclude:
"Tutti i film sono importanti, io faccio l'attrice e mi piace,
ma a livello di incontri umani con le persone ce ne sono 3-4 al
massimo così".
In collaborazione con #Giffoni54
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