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Al Teatro Nuovo Giovanni Ludeno in 'Migliore' di Mattia Torre

Al Teatro Nuovo Giovanni Ludeno in 'Migliore' di Mattia Torre

Dal 15 marzo spettacolo comico e crudele che racconta i cattivi

NAPOLI, 11 marzo 2025, 14:17

Redazione ANSA

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Giuseppe Miale di Mauro dirige Giovanni Ludeno in 'Migliore', tragicomico testo teatrale del 2005 scritto da Mattia Torre, che sarà in scena da sabato 15 marzo alle 19.30 (in replica domenica 16) nel Teatro Nuovo, presentato da Casa del Contemporaneo in collaborazione con NEST Napoli Est Teatro.

"Conferma la sua attualità il testo teatrale di Mattia Torre, lo sceneggiatore, commediografo e regista italiano scomparso prematuramente nel 2019, autore di alcuni dei progetti più interessanti del cinema e della televisione degli anni 2000, tra cui la serie cult Boris" mette in evidenza una nota.
    'Migliore' è la storia di Alfredo Beaumont, un uomo normale, una brava persona, che fa un lavoro qualunque, che reagisce con gentilezza e rassegnazione alle piccole prevaricazioni del quotidiano.

Un giorno però, Alfredo, si trova coinvolto suo malgrado in un incidente nel quale una donna perde la vita.
    Completamente assolto dalla giustizia, entra in una crisi profonda e cambia il suo modo di porsi nei confronti delle persone. Diventa cattivo e il mondo che lo circonda anziché rifiutarlo gli spalanca le braccia: cresce professionalmente, cresce socialmente, la donna da sempre amata nell'ombra comincia a desiderarlo, guarisce dai suoi mali e dalle sue paure e nella scala dei valori sociali raggiunge vertici sempre più alti.
    "Mattia Torre - spiega il regista Giuseppe Miale di Mauro - con la sua scrittura pungente ci spiattella davanti agli occhi la confusione sociale in cui viviamo, con ironia e sagacia.
    Abbiamo utilizzato quest'atto comico come pretesto per raccontare la confusione sociale in cui viviamo. Una città, una nazione, un mondo intero che spalanca le porte a chi costruisce il proprio successo sulla spregiudicatezza, il cinismo e lo spregio verso il prossimo". Si tratta di un atto comico - nelle intenzioni dell'autore - ma che della comicità trattiene unicamente il cinismo spinto e una lucida rappresentazione del degrado che segna la maggior parte dei rapporti sociali e lavorativi.
    Ludeno da' vita a un monologo incalzante mettendo in scena la parabola di un servo che diventa padrone. Un viaggio recitato, ma anche sonoro e scenografico, tra le diverse personalità del protagonista che rispecchiano le sfaccettature del mondo del lavoro precario segnato da una competizione sfrenata e deregolamentata. Ne esce il ritratto di una società malsana, dove per centrare gli obiettivi bisogna essere smaliziati, cinici, violenti e disposti anche a uccidere.
   

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