Un carcere in cartapesta, con le sbarre alle finestre e, dentro, una grande Statua della Libertà col suo braccio destro alzato: solo che, invece della fiaccola, impugna un kalashnikov perfettamente riprodotto.
E' il carro allegorico sfilato ieri per le vie di Acerra, che oggi sta suscitando un vespaio di polemiche.
"Un omaggio alla criminalità
e alla violenza", dicono da destra e da sinistra.
Il 'carro dei carcerati', trainato da un trattore, è stato
l'ultimo a sfilare ieri per le vie di Acerra, la "città di
Pulcinella", cui è dedicato anche un museo. Davanti al carro,
dove campeggiava la scritta 'Freedom', giovani e adulti in
tenuta da galeotto. Alcune ragazze, poi, ballavano canzoni
neomelodiche, con strofe inneggianti alla "libertà per i
carcerati", mentre un sedicente Sandokan - occhiali da sole,
barba nera e lunga proprio come il boss dei casalesi - spiegava:
"Vogliamo la libertà per tutti quelli che soffrono, dentro e
fuori dalla prigione". La 'paranza' che ha realizzato il carro,
riconducibile al complicato rione Gescal di Acerra, dove vivono
centinaia di famiglie in condizioni difficili, in un video
pubblicato sul canale Fb della Pro loco nei giorni scorsi
spiegava quale era lo spirito dell'iniziativa, concepita come un
monito: "Abbiamo scelto di realizzare questo carro per dire ai
ragazzi di non sbagliare, e scegliere una strada migliore". Ma
questo non è servito a sedare la polemica. Che è divampata oggi,
mentre sul momento la sfilata del carro non ha suscitato nè
proteste nè indignazione.
Il sindaco di Acerra, Tito D'Errico, ha spiegato che il
Comune non è responsabile dell'organizzazione del Carnevale, di
cui si occupa una società esterna, e che del 'carro dei
carcerati' non sapeva nulla. Andrea Piatto, della minoranza
consiliare, fa presente che "la Giunta di Acerra ha finanziato
con 63mila euro la manifestazione del Carnevale". L'iniziativa è
stata stigmatizzata da esponenti politici di diversi
schieramenti.
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