"I poteri forti, vale a dire l'Onu,
si stanno mettendo di traverso sul tentativo di fare chiarezza
per la morte di mio figlio Mario che è stato ucciso, non si è
ucciso". Cosi Giuseppe Paciolla, padre del cooperante napoletano
deceduto in Colombia nel 2020 mentre era al servizio in una
missione Onu, parlando oggi a margine di un incontro nel quale è
stata presentata la maglia che indosserà il Napoli Basket frutto
di una convenzione, siglata nel nome del giovane cooperante, fra
Accademia di Belle Arti e la società cestistica partenopea e che
da' il via alle celebrazioni per i 2.500 anni di fondazione
della città.
"Fin dal primo momento, cioè da quando mi hanno chiamato per
dirmi della fine di Mario - ha aggiunto il padre del giovane
appassionato di basket - nel primo nanosecondo hanno detto che
Mario si era suicidato. Ma Mario è stato ucciso in Colombia,
nessun suicidio". E la madre di Mario, Anna Motta, ha ripercorso
alcuni momenti dell'adolescenza del figlio legati al mondo
cestistico amatoriale.
I genitori di Mario Paciolla hanno detto che il 14 gennaio si
terrà al Tribunale di Roma un'udienza nella quale si opporranno
all'archiviazione "per la seconda volta". "Vogliamo giustizia
per nostro figlio" hanno concluso.
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