(di Angelo Cerulo)
Un angolo di mare napoletano a
Parigi e un'edicola votiva raffigurante la riproduzione su
piccola scala del quadro della 'Madonna dei Miracoli' conservata
nella Chiesa del Rione Sanità che porta il nome della Vergine.
C'è anche questo, grazie all'estro e alla passione di Biagio
Roscigno, restauratore d'arte sacra e scenografo presepiale, nel
'Presepe Settecentesco Napoletano' (oltre 100 pezzi fra pastori
e animali) di Alberto Ravaglioli che sarà inaugurato domani, 7
dicembre, nella Cattedrale di Notre Dame, frutto del progetto
artistico dei fratelli Sinno, esponenti di eccellenza della
tradizione artigianale all'ombra del Vesuvio. Nel suo
laboratorio, situato in un luogo simbolo di Napoli, al piano
terra del 'Palazzo dello Spagnuolo' nel Borgo Vergini, Biagio
Roscigno ha lavorato per mesi - sostenuto dal fratello Diego e
dall'amico Giampiero Fortunato - al progetto di allestimento
della rappresentazione e alla scenografia che ha ulteriormente
valorizzato i pezzi dei Sinno: "Dalla costruzione del basamento
al distanziatore trapezoidale, sistemando poi ad uno ad uno i
personaggi sul presepe" dice all'ANSA di ritorno da Parigi. La
rappresentazione aprirà al pubblico dal giorno dell'Immacolata e
fino al 2 febbraio con il sostegno degli sponsor (Intesa
Sanpaolo, Ferrero, Generali, World Cargo), con l'alto patronato
dell'Ambasciata francese alla Santa Sede e di quella italiana a
Parigi insieme con Istituto italiano di Cultura e Comune di
Napoli.
"Sono orgoglioso di rappresentare all'estero, con gli altri
artigiani, la mia città e il mio Paese ma anche la mia
categoria" sottolinea emozionato Roscigno, 46 anni, sposato e
con due figli, una laurea in Conservazione dei Beni Culturali.
Ma come è nato il progetto? "Su impulso di Alberto Ravaglioli,
un romano appassionato, che due anni fa mi contattò per propormi
la costruzione di una scenografia per accogliere la sua
collezione di pastori napoletani creata negli anni dalla bottega
dei fratelli napoletani Sinno; dopo la sua scomparsa, lo scorso
anno, il fratello Marco e l'amico Agatino decidono di realizzare
la sua idea di portare il presepe napoletano nella Cattedrale di
Notre Dame attraverso l'associazione Gec - Grandi eventi
culturali - e intrecciano rapporti con le diverse istituzioni
già avviati da Alberto Ravaglioli. Anche il legame con i
fratelli Sinno - che già conoscevo - è frutto della volontà di
Alberto".
La scenografia - legno, stucco e sughero con colori a tempera
patinati - abbraccia un'area di 5 metri e 80 centimetri per una
profondità di due metri e 80 e un'altezza di 2 metri e 50
centimetri. La scena del presepe (costruito a moduli), spiega
l'artigiano, rappresenta tre momenti canonici: la natività,
l'osteria, l'annuncio ai pastori. Il tutto arricchito da scene
di genere: mercato, fontana, mestieri ambulanti. Il richiamo
agli usi e ai costumi si può datare intorno alla metà del
Settecento napoletano. "La natività è ambientata nel tempio
classico con le colonne" sottolinea l'artigiano-artista. L'idea
di un angolo di mare nel presepe allestito a Notre Dame gli è
venuta spontanea pensando alla sua città mentre il richiamo alla
Vergine con un'edicola votiva è frutto sia delle tante icone
sparse in ogni angolo del centro antico di Napoli sia per essere
stato protagonista, col parroco Valentino De Angelis, del
'ritorno a casa' dopo 215 anni del quadro della 'Madonna dei
Miracoli' un anno e mezzo fa del quale non si avevano più
notizie.
Il lavoro attuale, aggiunge Biagio, "è la chiusura di un
cerchio professionale: da quando ero piccolo e giocavo col
sughero ora mi trovo a Notre Dame... A differenza di altre
situazioni lavorative oltre al lato artistico mi ha coinvolto la
parte 'emozionale' del progetto". Emozione, passione e volontà
di studiare è la raccomandazione che l'artigiano-artista rivolge
ai giovani che vogliono incamminarsi sulla sua strada: "Non ci
sono scorciatoie - conclude - ma, una volta imboccato, è un
percorso che da' grandi soddisfazioni".
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