Era uno dei tanti irrisolti casi di camorra, ma dopo 25 anni, magistrati antimafia e carabinieri sono venuti a capo dell'omicidio di Vincenzo Feola, l'imprenditore ucciso dai Casalesi il 21 ottobre 1992 nella propria azienda di calcestruzzi di San Nicola la Strada.
Un 'cold case' per il quale in quattro sono stati raggiunti
dall'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip
di Napoli.
I boss detenuti Francesco Bidognetti e Francesco
Schiavone, cugino del capoclan Francesco "Sandokan" Schiavone,
come mandanti. In carcere sono finiti anche gli "specchettisti"
che aiutarono i killer ad entrare in azione, Andrea Cusano di 60
anni, catturato a Cantù (Como), e Ettore De Angelis di 53 anni,
arrestato a Santa Maria a Vico (Caserta). L'omicidio fu ordinato
perché Feola aveva deciso di uscire dal Cedic, il consorzio
delle aziende di calcestruzzo creato da Bardellino e Schiavone,
che in provincia di Caserta aveva il monopolio della fornitura
del materiale per l'edilizia e gestiva tutti gli appalti.
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