"La legalità rappresenta un faro
di civiltà per il nostro territorio. Tutti abbiamo il compito di
garantire alle nostre imprese di operare in condizioni di
sicurezza. Le vittime dell'illegalità hanno bisogno della
vicinanza delle istituzioni, del presidio del territorio da
parte delle forze dell'ordine. E hanno anche bisogno del nostro
sostegno, della nostra prossimità operosa. Tanto più in questo
momento in cui la crisi economica e la crescente inflazione
rendono le nostre imprese più deboli e maggiormente vulnerabili
a questi fenomeni". E' quanto afferma il presidente di
Confcommercio Calabria Klaus Algieri in occasione della Giornata
della Legalità che compie dieci anni.
Dall'analisi sulla diffusione dei fenomeni illegali emerge,
secondo quanto riporta una sintesi dei principali risultati, che
"un'impresa su dieci del terziario di mercato percepisce un
peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2022. L'usura è il
fenomeno illegale percepito in maggior aumento dagli
imprenditori del terziario di mercato (per il 25,9%). Il trend è
più marcato al Sud e nel commercio al dettaglio non alimentare
dove l'usura è indicata in aumento da oltre il 30% delle
imprese. Più di un imprenditore su cinque ha sentito parlare di
episodi di usura o estorsione nella propria zona di attività e,
in particolare, il 10,3% ne ha conoscenza diretta. Il 'sentito
dire' è decisamente più elevato al Sud (31,1%). Il 16,5% degli
imprenditori teme fortemente il rischio di esposizione a usura e
racket. Una preoccupazione che è più accentuata al Sud (18,1%)".
Dall'analisi viene fuori, inoltre, che "di fronte all'usura e
al racket il 59,4% degli imprenditori ritiene che si dovrebbe
denunciare, il 30,1% dichiara che non saprebbe cosa fare, il
5,3% pensa di non poter far nulla. Oltre sei imprese su dieci si
sentono penalizzate dall'abusivismo e dalla contraffazione
soprattutto per via della concorrenza sleale e della riduzione
del fatturato. Il dato è più elevato al Sud (68,9%) e al Nord
Ovest (68,3%)".
Dalle stime dell'ufficio studi di Confcommercio "31mila
imprese del commercio e dei pubblici esercizisono oggi ad
elevato rischio usura. L'illegalità costa alle imprese del
commercio e dei pubblici esercizi 33,6 miliardi di euro e mette
a rischio 268mila posti di lavoro. La perdita annua in termini
di fatturato e di valore aggiunto è pari all'8,9%. In dettaglio,
l'abusivismo commerciale costa 9,1 miliardi di euro,
l'abusivismo nella ristorazione pesa per 5,4miliardi, la
contraffazione per 4,4 miliardi, il taccheggio per 4,8 miliardi.
Gli altri costi della criminalità (ferimenti, assicurazioni,
spese difensive) ammontano a 6,4 miliardi e i costi per la cyber
criminalità 3,5 miliardi. Al Sud e Isole il 16% delle imprese
del terziario di mercato percepisce un peggioramento dei livelli
di sicurezza nel proprio territorio nel 2022, un valore
significativamente superiore rispetto alla media nazionale pari
al 10,3%. L'usura è il fenomeno criminale percepito in maggior
crescita dagli imprenditori (per il 31,3% delle imprese), un
dato decisamente più elevato rispetto a quello nazionale pari al
25,9%. Il 31,1% degli imprenditori ha avuto notizia di fenomeni
di usura o estorsione nella propria zona di attività, dato molto
al di sopra della media nazionale del 21,4%. Le forze
dell'ordine (39%), le associazioni di categoria e le
organizzazioni antiusura (22,4%) sono i soggetti sentiti più
vicini agli imprenditori minacciati. Il 18,1% degli imprenditori
è molto preoccupato per il rischio di esposizione a fenomeni di
usura e racket nella zona in cui opera, dato superiore alla
media nazionale del 16,5%. Di fronte a fenomeni di usura e
racket il 64,9% delle imprese ritiene che si dovrebbe denunciare
(un valore superiore alla media nazionale pari al 59,4%) e il
41,2% dichiara che non saprebbe cosa fare (dato in linea con la
media nazionale pari al 30,1%). Il 68,9% delle imprese si
ritiene «molto o abbastanza» penalizzato dall'abusivismo e dalla
contraffazione (dato superiore alla media nazionale del 65,1%).
L'80% delle imprese del Sud ha investito in misure di protezione
per la propria sicurezza e quella dei propri clienti: in
particolare, in sistemi di videosorveglianza e di allarmi
antifurto. Il 18,5% delle imprese del Sud hanno dichiarato che
la qualità della vita è peggiorata nel corso dell'ultimo biennio
(valore superiore alla media nazionale pari al 17,8%). I fattori
che più di altri contribuiscono al peggioramento sono la
diminuzione del reddito medio dei residenti, la riduzione della
sicurezza personale, l'impoverimento dell'offerta formativa".
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