"C'era una volta il commercio:
questo in estrema sintesi il quadro drammatico che emerge dalla
consueta analisi dell'Ufficio Studi Confcommercio sulla
demografia d'impresa nelle città italiane. Dato che trova
conferma anche nella nostra regione dove le attività commerciali
si riducono mentre crescono, anche se non in tutte le province
le attività di servizio". E' quanto si afferma in una nota di
Confcommercio Calabria.
"Complessivamente la doppia crisi pandemica ed energetica - è
detto nella nota - sembra avere enfatizzato i trend di riduzione
della densità commerciale già presenti prima del 2020. Questa
crescente desertificazione, soprattutto nei centri storici, non
deve essere sottovalutata in quanto potrebbe mettere a rischio
la tenuta della struttura economica delle nostre città. Per
quanto concerne il quadro nazionale tra il 2012 e il 2022 sono
sparite, complessivamente, oltre 99mila attività di commercio al
dettaglio e 16mila imprese di commercio ambulante; in crescita
alberghi, bar e ristoranti (+10.275); nello stesso periodo,
cresce la presenza straniera nel commercio, sia come numero di
imprese (+44mila), sia come occupati (+107mila) e si riducono le
attività e gli occupati italiani (rispettivamente -138mila e
-148mila)".
"Meno profonda, ma non per questo meno allarmante - secondo
l'analisi del Centro studi di Confcommercio - la situazione di
decrescita nelle città capoluogo calabresi. Per quanto riguarda
il commercio nei centri storici, tutte le principali città della
regione eccetto quella di Crotone mostrano il segno meno in
termini di attività presenti. La situazione più complessa è
quella legata al centro storico di Reggio che conta una
riduzione di 103 unità. Anche al di fuori del centro storico, il
commercio nelle nostre città non sembra vivere un momento
particolarmente felice. Le aree urbane di Cosenza, Reggio
Calabria e Catanzaro mostrano un segno meno in termini di
attività presenti, mentre Crotone e Vibo Valentia mostrano un
segno di crescita. Diversa la situazione dei servizi quali
alloggio, ristorazione e bar. Nei centri storici, infatti,
aumenta la presenza di questa tipologia di attività tranne nelle
città di Catanzaro e Vibo Valentia che mostrano una discreta
flessione. Infine, per quanto concerne le aree urbane, anche qui
in linea generale assistiamo ad un aumento dei servizi di
alloggio, ristorazione e bar, eccezion fatta per le città di
Cosenza e Crotone che mostrano un segno meno".
"La desertificazione commerciale - afferma il presidente di
Confcommercio Calabria Klaus Algieri commentando i dati - non
riguarda solo le imprese, ma la società nel suo complesso. Il
fatto che il cuore pulsante delle nostre città stia lentamente
cessando di battere significa che ci troviamo di fronte a meno
servizi, meno vivibilità e di conseguenza minor sicurezza sulle
nostre strade. Le attività commerciali, infatti, non sono da
considerare solo in termini economici, ma anche come sentinelle
dei nostri territori. La loro assenza rischia di spegnere i
luoghi in cui viviamo. Occorre quindi accelerare la
riqualificazione urbana con un utilizzo più ampio e selettivo
dei fondi europei del Pnrr e coinvolgendo anche i corpi
intermedi nella realizzazione dei progetti".
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