Nel triennio 2017-2019 le imprese
femminili operanti nel terziario che hanno investito nel
digitale sono l'8,5% (percentuale simile alle imprese maschili),
ma salgono al 13,7% nel periodo del Covid-19 contro il 14,0%
delle maschili, per poi diminuire leggermente al 13% nel
triennio 2022-24 (18,3% le maschili). Sono questi i dati
principali di una ricerca, condotta da Terziario Donna
Confcommercio in collaborazione all'Istituto Tagliacarne, i cui
risultati sono stati presentata oggi a Cosenza in occasione del
convegno "Digitalizzate e connesse con il futuro".
"Solo l'8% delle imprese femminili del terziario - è detto nella
ricerca - prevede di investire nel triennio 2022-24 nella
duplice transizione (sia tecnologie digitali sia green) e un
ulteriore 5% delle imprese investirà solo nelle tecnologie
digitali. Ma c'è anche chi non effettuerà transizioni: il 48%
delle imprese non investirà nel 2022-24 né in tecnologie
digitali né in sostenibilità ambientale. Per quasi la metà delle
imprese femminili intervistate, la crisi da Covid-19 ha avuto
effetti sulla decisione di investire in soluzioni digitali e
sull'ammontare degli investimenti ad esse dedicate (vs il 38%
delle maschili). Di contro, per poco più di un terzo delle
imprese le decisioni in tema di investimenti digitali sono state
prese a prescindere dalla crisi. Il 69% circa delle imprese
femminili ha potenziato l'utilizzo dei social media e il 43%
circa ha migliorato la propria "vetrina" digitale. Le imprese
femminili rispetto a quelle maschili investono meno nel cloud
per la gestione dei dati aziendali (20,4% vs 22,8%),
nell'e-commerce (20,2% vs 20,8%) e in sicurezza informatica
(15,3% vs 18,3%).
"In Italia - afferma Anna Lapini, Presidente di Terziario Donna
Confcommercio - il digitale è donna, o potrebbe esserlo se ci
fossero condizioni di contesto migliori, perché anche nel
digitale esiste un gender gap, che può essere colmato con la
formazione, i finanziamenti, la semplificazione, il superamento
di stereotipi".
"Il nostro progetto 'Imprenditrici digitali' promosso da
Terziario Donna ed EDI Confcommercio - ha aggiunto Lapini - mira
a supportare le imprenditrici nel cammino della transizione
digitale fornendo loro ascolto e soluzioni mirate. Nel giro di
pochissimo abbiamo realizzato già 250 check up di posizionamento
digitale gratuiti, dal Trentino alla Sicilia, a dimostrazione
che le imprenditrici anche su questo sono in prima linea".
"La provincia di Cosenza - ha detto il presidente di
Confcommercio Cosenza Klaus Algieri - mostra una vocazione
all'imprenditoria femminile più alta rispetto alla media
nazionale. Un dato che restituisce il valore e la capacità delle
nostre imprenditrici di conquistare spazio e mercato. Avere qui
tra noi l'evento Impresa è Donna mostra come continuiamo ad
essere centro propulsore di analisi, studi e condivisione di
idee anche nell'ambito della digitalizzazione". L'adozione di
nuovi strumenti digitali - è emerso come emerso dalla ricerca -
comporta spesso la necessità di avviare specifiche iniziative di
formazione all'interno dell'impresa. L'acquisizione di
competenze digitali può riguardare la figura
dell'imprenditore/imprenditrice (poco meno del 50% sia nelle
imprese femminili che in quelle maschili) oppure i dipendenti
rispetto ai quali le percentuali scendono considerevolmente
(rispettivamente al 12,4% e al 14,2%). Per più della metà delle
imprenditrici sarebbe auspicabile semplificare le procedure
amministrative per ottenere incentivi e agevolazioni a supporto
degli investimenti in sostenibilità ambientale e tecnologie
digitali. Elevata è anche la percentuale delle imprenditrici che
preferirebbero avere maggiori incentivi fiscali. Circa una
imprenditrice su tre punterebbe alla formazione sia
scolastica/universitaria che finalizzata ad incrementare le
competenze in materia (green&digitale) all'interno delle
imprese. L'accesso al credito rimane comunque una delle
principali problematiche da risolvere (nel 31,8% dei casi).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA