Una vera e propria filiera di
produzione, coltivazione, lavorazione e commercio di marijuana è
stata scoperta e smantellata dai carabinieri della compagnia di
Taurianova e del comando provinciale di Reggio Calabria con
l'operazione "Dionisio" coordinata dalla Procura di Palmi. Sette
persone sono state raggiunte da un'ordinanza di custodia
cautelare emessa dal gip su richiesta del pm Davide Lucisano.
In carcere sono finiti Fabio Bono e Giuseppe Sicari, entrambi di
Taurianova, Giuseppe Bianco, Bruno Criaco e Bruno Stelitano,
tutti e tre di Africo. Sono stati disposti gli arresti
domiciliari, inoltre, per Fabio Messina di Brancaleone, mentre è
stato sottoposto all'obbligo di presentazione alla pg l'indagato
Angelo Ferraro di Palizzi. Per tutti l'accusa, a vario titolo e
in concorso tra loro, è di coltivazione, detenzione e acquisto
di ingenti quantitativi di droga.
L'operazione "Dioniso" è iniziata con il sequestro di 118
chili di marijuana nel gennaio 2019 trovati in una abitazione a
Taurianova e nella disponibilità di Antonino Sorrenti,
arrestato, allora, in flagranza di reato. Le indagini hanno
consentito agli investigatori di appurare che il carico
sequestrato all'epoca fosse stato commissionato e gestito anche
dallo zio dell'arrestato, Giuseppe Sorrenti, nel frattempo
deceduto, e destinato, principalmente, a Giuseppe Bianco di
Africo che stamattina è finito in carcere.
Nel corso delle indagini, i carabinieri hanno ricostruito il
gruppo criminale, composto da soggetti gran parte pregiudicati
operanti nel reggino. La base operativa era un capannone
industriale a Rizziconi che ha rappresentato un importante luogo
di incontro e di accordi illeciti del gruppo.
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