/ricerca/ansamed/it/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Unhcr, sfollati dalle guerre prime vittime crisi climatica

Grandi, senza risorse persone colpite saranno intrappolate

13 novembre 2024, 15:30

Redazione ANSA

ANSACheck
© ANSA/EPA

© ANSA/EPA

(ANSAmed) - ROMA, 13 NOV - Le persone più vulnerabili del mondo, quelle che fuggono da guerre, violenze e persecuzioni, sono anche le prime vittime della crisi climatica globale. Degli oltre 120 milioni di sfollati forzati, tre quarti vivono in paesi fortemente colpiti dal cambiamento climatico. La metà di loro si trova in luoghi colpiti da conflitti e gravi rischi climatici, come l'Etiopia, Haiti, il Myanmar, la Somalia, il Sudan e la Siria. E' quanto emerge da un rapporto dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati presentato in occasione della Conferenza sul clima Cop29, a Baku.

"Il cambiamento climatico è una dura realtà che colpisce profondamente le vite delle persone vulnerabili", ha dichiarato l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi.

Secondo il rapporto, il numero di paesi che affrontano rischi climatici estremi dovrebbe aumentare da 3 a 65 entro il 2040, e sono gli stessi paesi che ospitano la maggio parte di sfollati.

Allo stesso modo, si prevede che la maggior parte degli insediamenti e dei campi profughi sperimenterà il doppio dei giorni di caldo pericoloso entro il 2050. Filippo Grandi ha anche sottolineato come "la crisi climatica sta causando lo sfollamento in aree che stanno già ospitando un gran numero di persone sradicate da conflitti e insicurezza, peggiorando la loro situazione e lasciandole senza un posto sicuro dove andare".

Ad esempio, il conflitto in Sudan ha costretto alla fuga milioni di persone, 700.000 delle quali hanno attraversato il Ciad, che ospita rifugiati da decenni eppure è uno dei Paesi più esposti ai cambiamenti climatici. Allo stesso tempo, molte persone che sono fuggite dai combattimenti ma sono rimaste in Sudan rischiano di essere nuovamente sfollate a causa delle gravi inondazioni che hanno colpito il Paese. Allo stesso modo, il 72% dei rifugiati provenienti dal Myanmar ha cercato rifugio in Bangladesh, dove i rischi naturali, come cicloni e inondazioni, sono considerati estremi.

L'Agenzia per i Rifugiati esorta dunque gli Stati a proteggere gli sfollati forzati che affrontano l'ulteriore minaccia dei disastri climatici e a dare a loro e alle comunità che li ospitano voce in capitolo nelle decisioni finanziarie e politiche.

"Le soluzioni sono a portata di mano, ma è urgente agire.

Senza le giuste risorse e il giusto supporto, le persone colpite saranno intrappolate", ha concluso Grandi. (ANSAmed).

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza

Ultima ora Mondo

404 - Página no encontrada - ANSA.it Unhcr, sfollati dalle guerre prime vittime crisi climatica - Nazioni - Ansa.it
/ricerca/ansamed/it/search.shtml?tag=
Mostra meno
404

Página no encontrada

Las causas principales por las cuales aparece una página de error 404 son las siguientes:

  • una URL mal escrita
  • un marcador o favorito obsoleto
  • un enlace desactualizado de un motor de búsqueda
  • un enlace interno roto y no detectado por el webmaster.

Gracias.