L'evento, realizzato il 15 giugno sulla piattaforma Zoom e trasmesso in diretta Facebook, è stato dedicato all'Agenda per il Mediterraneo per rafforzare il partenariato tra l'Unione Europea e i suoi partner del vicinato sud.
Nel dialogo sono intervenuti Elisabeth Guigou, presidente
della Fondazione Anna Lindh, Eleonora Insalaco, responsabile
delle operazioni e della ricerca interculturale Alf, Blanca
Moreno-Dodson del Centro per l'integrazione mediterranea (Cmi,
Francia), Burak Yusmak, consulente per gli affari internazionali
(Germania), Nada Abdelsamad, giornalista di Bbc Arabic in
Libano, Merna Shalash, coordinatrice nazionale della rete
egiziana di Alf, Sana Al-Emam dell'Arab Women Media Center in
Giordania, e Josep Ferré, coordinatore nazionale della rete
spagnola di Alf. L'incontro è stato moderato da Aissam Benaissa
di Connect NordAfrika.
Nel corso del dibattito, i partecipanti si sono confrontati
sul ruolo della società civile nel promuovere la fiducia
reciproca nella regione euromediterranea, sulle iniziative per
l'empowerment dei giovani e sulle politiche prioritarie nella
ripresa post pandemia.
"Il dialogo interculturale sarà lo strumento chiave per
questa nuova agenda", in quanto "il ruolo della società civile è
essenziale, se vogliamo affrontare il cambiamento climatico,
sviluppare economie digitali e forme di mobilità nuove e
intelligenti, se vogliamo una riapertura delle frontiere gestita
e comprenderci a vicenda combattendo gli stereotipi", ha
dichiarato Elisabeth Guigou.
Eleonora Insalaco ha illustrato i risultati di una ricerca di
Anna Lindh dalla quale emerge che "oltre il 90% delle persone
ritiene che la cooperazione euromediterranea, e possiamo dire
anche la nuova Agenda per il Mediterraneo, possa portare
concreti vantaggi per le società e le persone, in termini di
istruzione e formazione, occupazione giovanile e sostenibilità
ambientale".
Analizzando i valori comuni ma anche gli ostacoli alla
cooperazione, Blanca Moreno-Dodson ha sottolineato il desiderio
di tutta la regione di maggiore stabilità e uguaglianza, e le
difficoltà dovute alla mancanza di dialogo 'sud-sud'. Il
dialogo intergenerazionale tra i decisori e i giovani leader
nella regione è "essenziale" secondo Burak Yusmak, che auspica
il coinvolgimento dei giovani sulle questioni dell'Agenda del
Mediterraneo, perché "i decisori dovrebbero ascoltare le loro
soluzioni".
Tra le principali sfide della sponda sud del Mediterraneo
nell'implementazione dell'Agenda, Merna Shalash ha elencato "il
terrorismo, l'estremismo, la mancanza di stabilità politica" e
le migrazioni. "Se riusciremo ad affrontare queste sfide,
potremo facilmente implementare altri obiettivi legati
all'economia, cambiamento climatico, investimenti".
Secondo Nada Abdelsamad, il dialogo, per essere efficace,
deve partire a livello di autorità. "La condivisione dei valori
deve partire dal livello più alto, non da quello dei cittadini",
ha dichiarato. Sana Al-Emam ha sottolineato l'importanza
dell'empowerment dei giovani "nell'utilizzare bene gli strumenti
dei media per promuovere il cambiamento". Josep Ferré ha
affermato che nel periodo post pandemia, le reti nazionali della
Fondazione Anna Lindh hanno "un ruolo cruciale nel rendere
operativo il dialogo interculturale per promuovere l'inclusione
e l'integrazione", per "combattere il populismo e la
discriminazione" e "assicurare che i governi mantengano i loro
impegni" sul cambiamento climatico. (ANSAmed).
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