La rassegna, promossa dalla Fondazione Vera Coghi e aperta fino al 24 ottobre, esamina l'evoluzione del ruolo e dell'immagine della donna nel corso del XX secolo.
E' composta da un'esposizione di dipinti di maestri del
Novecento italiano, da Maternità di Giovanni Segantini a Le
monachine di Giovanni Fattori, La cucitrice di Emilio Longoni,
Ritratto di nudo sdraiato di Federico Zandomeneghi, Le cucitrici
di Angelo Morbelli, Le lavandaie di Mario Acerbi, La
contadinella di Ezechiele Acerbi, Eros di Cesare Saccaggi,
affiancata da una mostra fotografica con immagini provenienti da
collezioni private e pubbliche, come l'Archivio Storico
Fondazione Fiera Milano e l'Archivio Chiolini dei Musei Civici
di Pavia che raccontano la donna nella vita privata e nella
società del XX secolo.
In mostra anche le riproduzioni di una selezione di immagini
pubblicitarie provenienti dal Museo Nazionale Collezione Salce
di Treviso, realizzate dai maggiori disegnatori pubblicitari del
secolo scorso. L'esposizione è corredata anche da due proiezioni
multimediali che mostrano il lungo, difficile viaggio delle
donne per essere non solo libere da corsetti, crinoline, pizzi e
sottogonne, ma anche comode. Il primo video mostra i cambiamenti
introdotti nel corso del secolo, che vede le donne trasformarsi
da graziosi manichini da ammirare a protagoniste della propria
vita, dei momenti di svago, di sport e di lavoro. Un secondo
video offre invece una carrellata attraverso cento anni di uno
dei più tipici e affascinanti accessori della moda femminile, il
cappello.
Completa la kermesse un'esposizione di oggetti e di abiti
d'epoca da collezione privata, con la possibilità, con un
biglietto cumulativo, di ammirare la straordinaria raccolta di
abiti d'epoca disegnati da grandi nomi italiani come Armani,
Versace, Missoni, Pucci, esposti nel vicino Castello di
Sartirana, di proprietà della Fondazione Sartirana Arte, e un
ciclo di tavole rotonde con alcuni protagonisti del mondo della
cultura, dell'imprenditoria, del diritto, come il critico
cinematografico Roberto Figazzolo, oltre a uno specifico
programma riservato alle scuole secondarie e dedicato ai temi
del femminicidio, del rapporto uomo-donna e del body shaming.
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