Sono queste le principali raccomandazioni emerse dal dibattito online "Fighting gender stereotypes: EuroMed Women for Dialogue", sesto dialogo pubblico della Maratona virtuale per il dialogo nella regione Euromed portata avanti dalla Fondazione Anna Lindh (Alf).
L'incontro,
tenutosi il 23 giugno sulla piattaforma Zoom e in diretta
Facebook, ha voluto promuovere immagini multiple e rinnovate
delle donne come agenti per la promozione del dialogo
interculturale nella regione, e contrastare gli stereotipi che
ostacolano la piena partecipazione e il potenziale delle donne
nelle loro società.
Al dibattito hanno partecipato il Premio Nobel per la pace
2015 Ouided Bouchamaoui, Eleonora Insalaco della Fondazione Anna
Lindh, Noor N. Swirki, giornalista e attivista per i diritti
umani in Palestina, Aziza Nait Sibaha, caporedattrice di France
24, Josie Christofoulou, consulente di genere del Ministero
degli Esteri di Cipro, Gabriel Berzoiu, presidente
dell'organizzazione Geyc in Romania, Latifa El Bouhsini, docente
di storia e attivista femminista del Marocco, Esther Fouchier,
fondatrice di Forum Femmes Mediterranee e capo della rete
francese di Alf, ed Emad Karim di UN Women. L'incontro è stato
moderato da Aissam Benaissa di Connect NordAfrika.
Alla Fondazione Anna Lindh "crediamo che fornendo più
narrazioni e più immagini possibili sui ruoli delle donne e
degli uomini, possiamo rompere alcuni paradigmi culturali che
abbiamo nelle società", ha sottolineato Eleonora Insalaco,
riportando i dati raccolti in una ricerca Alf che mostrano
risultati contrastanti. Mentre la maggioranza degli intervistati
sia dell'Europa sia dei Paesi del Mediterraneo meridionale e
orientale (Paesi Sem) segnalano la necessità di un maggiore
ruolo delle donne nella scienza e tecnologia e nel business,
solo il 39% degli intervistati dei Paesi Sem segnala il bisogno
di un maggiore ruolo delle donne nel governo e nella politica
(53% nei Paesi europei).
Nel suo intervento, Ouided Bouchamaoui ha sottolineato il
ruolo dell'educazione, della famiglia e dei media per combattere
gli stereotipi, ma soprattutto "la necessità di un quadro
giuridico, senza il quale non potremo mai avvicinarci a
un'uguaglianza di genere".
"L'uguaglianza di genere è una priorità per il Ministero
degli Esteri di Cipro", ha sottolineato Josie Christofoulou,
illustrando alcuni progetti per combattere le disuguaglianze
portati avanti anche per migranti, rifugiate e richiedenti asilo
in Giordania e Palestina. Gabriel Berzoiu ha ricordato
l'iniziativa dei "GenderIdTalks", una serie di webinar
organizzati da Geyc nel quadro della Maratona Alf sulla lotta
agli stereotipi di genere.
"Il cambiamento degli stereotipi può essere raggiunto con
l'impegno dei giovani, in particolare delle giovani donne", ha
dichiarato Noor Swirki, sottolineando il ruolo delle donne
giornaliste nel sensibilizzare sui diritti femminili. Il legame
tra donne e sport per combattere le disuguaglianze è stato
affrontato da Aziza Nait Sibaha, raccontando l'esperienza del
giornale online Taja Sport, lanciato a marzo per promuovere la
pratica sportiva femminile nella regione Mena, mentre Latifa El
Bouhsini ha sottolineato l'importanza dell'impegno degli uomini
attivisti nella lotta agli stereotipi.
Sull'uguaglianza di genere "credo che ci sia molto da fare" e
"dovremmo avere più donne nei processi decisionali, questo non è
più accettabile", ha affermato Emad Karim. Infine, per
combattere gli stereotipi, "le leggi sono essenziali, ma non
sono sufficienti, perché se non si cambia mentalità i diritti
non potranno essere implementati, e non avremo ruoli uguali per
uomini e donne", ha affermato Esther Fouchier.(ANSAmed).
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