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Siria: minoranze religiose, priorità è evitare ulteriore sangue

Siria: minoranze religiose, priorità è evitare ulteriore sangue

Appello diramato sul Centro tramite ex assessore Abruzzo Srour

L'AQUILA, 09 dicembre 2024, 14:44

Redazione ANSA

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Permane la situazione di apprensione in Siria da quando le forze ribelli a guida islamista hanno annunciato la conquista di Damasco e la fuga del presidente Bashar al-Assad. Mimmo Srour, ex assessore regionale in Abruzzo, di origine siriana, è in contatto diretto con i parenti in Siria. L'esercito e le forze di sicurezza che si sono ritirate nelle loro caserme senza opporre resistenza "hanno chiesto di non provocare ulteriore spargimento di sangue", riporta Srour. Un appello analogo a quello inoltrato da alcuni leader di minoranze religiose, come quella Alawita storicamente marginalizzata ma politicamente dominante con il regime degli Assad, che hanno diramato un comunicato esclusivo pubblicato sulle pagine del quotidiano abruzzese Il Centro, in cui chiedono a tutti: "Pensate solo all'unità e al futuro della Siria".
    "Hanno chiesto ai loro fedeli - spiega Srour sintetizzando il messaggio che ha contribuito a divulgare - di non opporre resistenza, anzi di dare una mano ai nuovi governanti e non creare disordini".
    Intanto, sono usciti tutti i detenuti dalle carceri, non solo politici ma anche criminali e immediatamente sono iniziati i saccheggi anche nelle abitazioni. Così è partito il coprifuoco.
    Al potere ci sono 37 organizzazioni di cui solo alcuni si possono definire di matrice laica. "La Siria - aggiunge ancora Srour che, da assessore regionale aveva la delega alle relazioni con in Paesi del Mediterraneo - ha assoluto bisogno di un governo laico perché il mosaico siriano composto da più di 17 etnie e confessioni diverse tra di loro non potrà mai sopportare un governo con esclusivo dominio di una sola di esse".
    "Questa diversità ha contribuito alla ricchezza culturale - prosegue - ma ha anche alimentato tensioni costanti, specialmente durante il conflitto iniziato nel 2011". Una valutazione che tiene in conto la matrice dello stesso leader dei ribelli Abu Mohammed al-Jolani che viene da Al Qaeda, un'organizzazione terroristica "che si sforza adesso di dare un'immagine diversa e più pragmatica. Ora - conclude Srour - non ci resta che sperare e aspettare i suoi comportamenti concreti".
   
   

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