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di Mauretta Capuano
Scritto a mano su cinque quaderni, quando Susanna Tamaro aveva 24 anni, Illmitz, il primo romanzo della scrittrice bestseller, è arrivato ora in libreria per Bompiani, vent'anni dopo il successo di Va' dove ti porta il cuore, fenomeno editoriale di fine millennio con 14 milioni di copie vendute, di cui 5 milioni all'estero.
"Con Illmitz ho scoperto di essere una scrittrice" dice all'ANSA la Tamaro.
Il titolo sibillino, quasi impronunciabile, rimanda a una cittadina al confine tra Austria e Ungheria, dove vivevano i genitori del protagonista del romanzo, prima di trasferirsi sul Carso. Storia di formazione, Illimtz vede infatti al centro un ragazzo di venticinque anni, più o meno l'età che aveva la Tamaro quando scrisse il libro, apprezzato da Claudio Magris che tentò in ogni modo di farlo pubblicare. "Và dove ti porta il cuore ebbe uno straordinario successo, anche se poeticamente non regge il confronto con Illmitz" ha scritto Magris. Ed è vero che questo libro ha quell'energia insuperabile delle cose scritte da giovani. "Illmitz evoca il limite, il confine tra Austria e Ungheria, il limite tra mondo orientale e occidentale. La mia giovinezza e la fine della giovinezza" racconta la Tamaro.
"Andavamo in vacanza a Vienna e ho cominciato a scriverlo proprio lì, in un agriturismo". E' un romanzo autobiografico anche se la voce è maschile. Il giovane protagonista vive a Roma ma decide di fare un viaggio verso Illmitz alla ricerca di se stesso e delle origini della sua famiglia. E' una spinta a dare un senso a quell'inadeguatezza che sente verso il mondo e le persone che lo circondano. "Sono l'unico straniero, scruto con ansietà fuori dal finestrino: aspetto i primi segni, la terra nuova venirmi incontro" scrive la Tamaro con uno stile incisivo e nello stesso tempo poetico. Forse oggi non scriverebbe così questa storia e la tentazione di modificare alcune parti è stata grande negli anni ma alla fine la scrittrice ha voluto lasciare queste pagine così come erano state concepite, "senza ritoccare nulla" dice la Tamaro. "Scrivevo con una calligrafia chiara in quaderni con le righe larghe, come quelli di prima elementare. Rileggere questa storia è stata un'emozione pazzesca. E' vero, adesso non lo scriverei così questo libro ma non ho voluto cambiare nulla" spiega la scrittrice. "Pubblicarlo prima non avrebbe avuto senso" dice la Tamaro e sottolinea che con questo suo primo romanzo "si chiude un cerchio" della sua vita letteraria. Dopo l'autobiografia 'Ogni angelo e' tremendo' che finisce quando prende il via la scrittura del primo libro, era quasi naturale ripartire da dove tutto è cominciato. Ed è interessante vedere come già in questo primo manoscritto si ritrovino i temi della scrittrice: la ricerca interiore, la solitudine, l'amore per la natura, il desiderio di capire le proprie origini e la propria storia e quel bisogno, a volte crudele, di guardare le cose come sono veramente.
Così il venticinquenne che approda a Illmitz dovrà fare i conti con la morte della sua sorellina Agnese, travolta da un'auto mentre attraversava la strada ad occhi chiusi per mettere alla prova l'esistenza dell'angelo custode, con l'amico d'infanzia Andrea, rimasto sul Carso, e con l'amore per sua madre. Anche il confronto a distanza con Cecilia, la sua fidanzata che vive a Roma, è inevitabile e farà emergere il suo desiderio avvolgente. "Amo la possibilità di sprofondarmi dentro di lei" e ancora, "amo i suoi bottoni slacciati, amo il suo passo indeciso e amo i suoi sorrisi muti" dice di Cecilia il protagonista.
Autrice di oltre venti libri di cui cinque per ragazzi, in futuro la Tamaro vorrebbe dedicarsi proprio alla scrittura di libri per i più piccoli e gli adolescenti.
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