Ue abbraccia Ucraina. Russia, sanzioni illegali
Bruxelles firma accordo con Kiev, vara nuove misure contro Mosca
24 marzo, 11:05di Patrizia Antonini
BRUXELLES - L'Europa abbraccia l'Ucraina, con la firma della parte politica dell'Accordo di associazione, vara le sanzioni annunciate contro la Russia, ed avvia la preparazione di un nuovo pacchetto di contromisure da adottare in caso di una nuova escalation. E anche se Mosca definisce le misure Ue "illegali e irrazionali", decide di non reagire, sghignazza beffarda, fa spallucce e tira dritto, mettendo a segno l'ultimo atto per l'annessione della Crimea. L'unico spiraglio arriva in serata da Vienna dove la Russia ha acconsentito all'invio di una missione Osce in Ucraina che la cancelliera Angela Merkel, all'uscita dal vertice Ue, aveva definito il segnale migliore per una de-escalation.
Per Bruxelles e Kiev è una data storica. Dopo un appuntamento rimandato per mesi, attraversati da moti di piazza, sangue e dolore, con l'intesa di oggi si suggella un reciproco impegno, basato sui valori di democrazia e inclusione, ma che guarda anche alla politica estera e di sicurezza, con un focus su cooperazione rafforzata, prevenzione di conflitti e gestione delle crisi. Una svolta, alla quale l'Ue, a breve, potrà far seguire i primi aiuti al Paese, sull'orlo del default economico.
Una tranche da 610 milioni di euro sarà resa disponibile non appena Kiev avrà chiuso il negoziato con i tecnici del Fondo monetario internazionale (che lavora in parallelo). Ma il vertice dei 28 ha dato il via libera anche ad una quota aggiuntiva di un miliardo di euro in prestiti a medio termine per l'assistenza macrofinanziaria, che rafforza così il pacchetto globale di 11 miliardi di aiuti (pensati sotto forma di vari strumenti), prossimamente al vaglio dell'Europarlamento.
Ma se da un lato l'Ucraina si stringe all'Ue, dall'altro il Senato russo ratifica all'unanimità l'annessione della Repubblica di Crimea e della città di Sebastopoli, e nelle piazze della penisola si festeggia, mentre l'Armenia è il primo Paese a dare il suo riconoscimento ufficiale.
Bruxelles intanto intensifica il suo pressing per convincere il Cremlino a riprendere la strada della diplomazia. "Non c'è spazio per l'uso della forza e della coercizione per ridisegnare le frontiere, nel ventunesimo secolo", scrivono i 28 nelle conclusioni del summit, le stesse che danno il via ad un nuovo pacchetto di sanzioni: il vertice Ue-Russia di giugno è cancellato, così come tutte le bilaterali degli Stati membri, mentre si allunga di altri dodici nomi (raggiungendo quota 33) la "black list" che prevede lo stop dei visti ed il congelamento dei beni. Vi si includono esponenti del governo russo (come il vicepremier Dmitri Rogozin), del parlamento, ma anche due consiglieri del presidente Vladimir Putin, Vladislav Surkov et Serghiei Glaziev, alte cariche militari, e un anchorman della tv pubblica, Dmitri Kiseliov, fan del dispiegamento russo in Crimea.
La scure europea colpisce anche i prodotti della Crimea: "potranno essere venduti liberamente in Ue solo se arrivano attraverso l'Ucraina, altrimenti saranno sottoposti a forti penalità", evidenzia il premier britannico David Cameron. E mentre la Francia annuncia la sospensione della cooperazione militare con la Russia, dal vertice arriva anche il mandato a Stati membri e Commissione di studiare "misure mirate" in campo economico. Sanzioni da impiegare nel caso di una nuova escalation, come ad esempio "l'invasione delle truppe russe ad est", spiega Cameron.
Di fronte alle decisioni di Bruxelles, il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov parla di sanzioni "illegali e irrazionali", che porteranno alla creazione di "barriere non necessarie", e il presidente Putin fa invece sapere che la Russia "si trattiene dal rispondere alle sanzioni e dall'introdurre un regime dei visti con l'Ucraina". Lo scenario è fosco. La tensione resta altissima e l'Ue decide anche di accelerare la corsa ai ripari sulla partita energetica, e dà mandato alla Commissione di presentare un piano a giugno, con l'obiettivo di ridurre il più possibile la dipendenza del Vecchio continente dalla Russia.