Azzardo Putin, Cremlino sfida Occidente
Ma rischia isolamento internazionale, sanzioni e boicottaggio G8
01 marzo, 23:51di Claudio Salvalaggio
Mai come ora Vladimir Putin aveva sfidato cosi' apertamente l'Occidente, neppure in Georgia, dove almeno aveva l'alibi della sciagurata offensiva militare lanciata dall'allora presidente Mikhail Saakashvili contro la secessionista Ossezia del sud. Fino a ieri, con una doppiezza machiavellica, si era limitato a testare sul filo del rasoio i nervi della nuova leadership ucraina e della comunita' internazionale con una minacciosa maxi esercitazione militare ai confini con l'Ucraina ed alcuni blitz provocatori in Crimea, dove misteriosi uomini armati hanno occupato parlamento, governo e due aeroporti. Oggi, tuttavia, ha ''caricato'' la pistola facendosi autorizzare da un Senato unanime, riunito a spron battente, l'invio di truppe in Ucraina: e non solo in Crimea ma in teoria anche nella regioni russofone sud-orientali, con un numero ancora imprecisato di uomini ma che potrebbe sfiorare alcune decine di migliaia di soldati. Il pretesto e' quello di ''normalizzare la situazione socio-politica nel Paese'' e di fronteggiare ''la minaccia alla vita dei cittadini russi, dei nostri connazionali, dell'organico del contingente militare'' della flotta russa del Mar Nero. Formula che ricorda quella dell'intervento in Ossezia del sud, l'ultima invasione dopo quella sovietica dell'Afghanistan che costo' il boicottaggio delle Olimpiadi di Mosca.
C'e' anche l'opzione di richiamare l'ambasciatore russo in Usa, come suggerito dallo stesso Senato, dopo il monito di Obama che un'invasione russa ''avrebbe un costo'': una messa in guardia che ha irritato il Cremlino. Nel frattempo e' cominciata la distribuzione di passaporti russi in Crimea ed e' stata presentata una proposta di legge per facilitare l'annessione di un territorio straniero solo sulla base di un referendum, che in Crimea e' gia' stato anticipato al 30 marzo. Insomma, ora Putin ''possiede tutto l'arsenale dei mezzi necessario per regolare la situazione'', per dirla con il suo portavoce Dmitri Peskov, che in serata ha pero' frenato sottolineando che il presidente non ha ancora preso alcuna decisione e che tutto dipendera' dall'evoluzione dello scenario. A impedire per ora a Putin di premere il grilletto e' forse la reazione della comunita' internazionale: immediata convocazione del consiglio di sicurezza dell'Onu, riunione dei ministri degli esteri Ue lunedi', condanne di numerose cancellerie occidentali, Obama che ha gia' preannunciato la sua possibile assenza al G8 di Sochi in giugno.
Il leader del Cremlino, fino a qualche settimane fa acclamato artefice della mediazione ''pacifista'' in Siria, rischia ora un isolamento internazionale senza precedenti violando quel principio di non interferenza che e' stato la stella polare della sua politica estera. Un isolamento che potrebbe far naufragare politicamente il G8 di Putin ed economicamente anche la Russia, morsa dalla stagnazione, con un rublo in caduta libera e investitori stranieri allarmati. C'e' anche lo spettro di sanzioni economiche, evocato da molti opinionisti liberali russi. Per loro l'invasione e' un ''errore'', addirittura ''fatale'' per il politologo anti-Cremlino Stanislav Belkovski, secondo il quale in questo modo Putin inizia un ''processo di autodistruzione'': ''anche noi russi siamo colpevoli, perche' lo abbiamo indotto a credersi invincibile, onnipotente, ma ha perso il senso della realta'''. ''E' una mossa emotiva, Putin si e' sentito offeso dalla russofobia della rivolta ucraina e dalla violazione dell'accordo di compromesso firmato da Ianukovich, opposizione e tre ministri europei, ma se facciamo questa scemenza colossale non ce la caveremo'', gli ha fatto eco l'analista Gleb Pavlovski. Un'invasione russa, secondo il suo collega Alexiei Malashenko, suscitera' ''solo paura e antipatia nel mondo'', rovinando l'immagine della Russia. Per questo Putin potrebbe alla fine temporeggiare e negoziare, anche con Iulia Timoshenko, in arrivo a Mosca dopodomani.