Un marittimo racconta: 'Ho perso tutto'
Tempo solo per prendere cellulare, in salvo su scialuppa con 150
16 gennaio, 10:30BARI - ''Non ho più nulla, ho perso tutto, bagagli, soldi documenti. Ho solo avuto il tempo di prendere il cellulare per comunicare con i miei parenti e tranquillizzarli''. E' la testimonianza di un componente pugliese dell'equipaggio della Costa Concordia naufragata la scorsa notte al largo dell'Isola del Giglio. ''Ero in cabina - racconta per telefono - quando e' accaduto l'incidente. Non mi sono accorto di nulla finche' non si è verificato un black out. Si e' messo in funzione il generatore autonomo. E' stato lanciato l'allarme''.
Il giovane, raggiunto al telefono, riferisce d'essere stanco, ma sembra avere retto bene allo stress d'essere responsabile, assieme ai colleghi, dei circa 3mila passeggeri da mettere in salvo. Con lui si sono salvati in circa 150 su una sola scialuppa. ''Tra di loro - racconta - c'erano molti bambini che sembrava quasi non si stessero rendendo conto di quanto stava accadendo. Molte scene di panico e pianti, invece, le ho notate tra le ragazze''.
''Noi - prosegue - abbiamo cercato di fare del nostro meglio per mettere tutti in salvo e senza allarmare gli ospiti. Ognuno aveva un suo compito secondo le procedure di evacuazione della nave''. Riguardo alle cause del naufragio, il marittimo è cauto: ''Non ero in turno al momento dell'incidente. Puo' essersi trattato di un problema tecnico come di un errore umano. Di certo la nave ha urtato contro qualcosa procurandosi uno squarcio sulla fiancata di 70/100 metri. Abbiamo cominciato a imbarcare acqua. Abbiamo tentato in tutto i modi di isolarla''.
''Ci sono stati attimi di panico e qualcuno si e' lanciato in acqua. Pare che due componenti dell'equipaggio non si trovino piu' - dice ancora - ma non bisogna dare credito alle voci''. POi il giovane conclude la telefonata: ''mi scusi, sono stremato e la batteria del telefonino mi sta per lasciare. Voglio conservare la carica per parlare con casa. Aspetto mia sorella, si e' offerta di venirmi a prendere''.