Parola alla difesa: assolvere Alberto Stasi
17 dicembre, 13:53dall'inviato Francesca Brunati
VIGEVANO (PAVIA), 12 dicembre - Un'inchiesta che fa''paura'' perche' prima si e' individuato un colpevole e poi,con ostinazione, si e' andati a cercare indizi e prove contro di lui. E' l'attacco alla Procura e alle sue indagini del prof.Angelo Giarda, uno dei difensori di Alberto Stasi, il giovane imputato a Vigevano per l'omicidio della sua fidanzata Chiara Poggi, massacrata a Garlasco il 13 agosto 2007. Attacco a cui, al termine dell'udienza, ha replicato il legale di parte civile, l'avvocato Gian Luigi Tizzoni: ''a me fanno paura gli assassini liberi''.
Durante l'arringa il legale, che insieme all'avvocato Giuseppe Colli assiste l'ex studente bocconiano, ha criticato duramente il lavoro fatto dai pm Rosa Muscio e Claudio Michelucci e, per convincere il gup Stefano Vitelli dell'innocenza di Alberto, ha sferrato qualche colpo: ''Avrei paura di questa accusa'', ha detto in aula ricalcando quanto aveva gia' detto otto mesi fa. Parole pesanti quelle del professore alle quali, piu' tardi, e' arrivata un'altrettanto pesante replica di Tizzoni: ''A me fanno paura gli assassini liberi''. Oggi la difesa, da quanto si e' appreso, e' ritornata a sottolineare di provare ''un senso di paura'' per questo tipo di''giustizia penale'', anche alla luce di come l'altro ieri i pm,nella loro requisitoria, hanno cambiato la loro ricostruzione. Hanno modificato l'ora della morte di Chiara sostenendo, nonpiu' che e' avvenuta tra le 11 e le 11.30, ma tra le 12,46 e le13,26 e che in questi 40 minuti l'ex studente bocconiano, che ormai aveva spento il computer (che ha usato dalle 9.36 alle12.20), avrebbe avuto tutto il tempo di uccidere, di fuggire, di ripulirsi per poi alle 13.49 dare l'allarme chiamando il 118.Una nuova ricostruzione, per altro in contrasto con quella dellaparte civile (ha collocato l'aggressione tra le 9.12 e le 9.36),che ha portato i pm a sostenere che al momento in cui Stasi scopri' il corpo senza vita della ragazza il sangue sul pavimento della villetta del delitto era ancora fluido e quindi il giovane avrebbe dovuto avere le suole delle scarpe non pulite ma sporche: la sua e' stata ''una messa in scena''.
Un quadro accusatorio, per gli inquirenti e investigatori il risultato di indagini fatte a 360 gradi, ma che per i legali di Alberto non regge e che hanno cercato di smontare. ''L'unica cosa certa - ha esordito questa mattina Giarda - e' che Chiara alle 9 era ancora viva e Alberto, come e' dimostrato dal computer e dai tabulati telefonici, fino almeno alle 13.30 e' rimasto a casa sua'', proprio mentre la sua fidanzata veniva assassinata. Delitto che, secondo i due legali, sarebbe avvenuto, non come avevano indicato tra le 9 e le 10, ma tra le9.30 e le 10.30. Dato che hanno ricavato incrociando il peso corporeo di Chiara di circa 50 chili con altri parametri medico legali. Tra i vari capitoli affrontati dai due legali c'e' quello della telefonata al 118, fatta non davanti alla caserma dei carabinieri di Garlasco, ma di fronte alla villetta dei Poggi. E ancora il racconto del giovane sulla scoperta del cadavere (ha detto la verita') e la possibilita' che le suole delle sue scarpe fossero pulite.
Poi le micro tracce di dna di Chiara rintracciate sui pedale della bici nulla hanno a che fare con il sangue della ragazza o materia cerebrale o ''tessuti molli'' e via di questo passo per concludere chiedendo al giudice che Alberto non merita i 30 anni di carcere voluti dai pm ma l'assoluzione: non ha commesso il fatto contestato perche' non e' stato provato e non si sono superati non uno ma tanti ragionevoli dubbi. ''Il processo ha dimostrato la sua innocenza'' e' stato affermato. Durante l'arringa , durata circa otto ore, in aula, come sempre, da un lato c'era Alberto, con il volto tirato,dall'altro i genitori di Chiara: per loro e' stata una giornata''dura''. L'udienza riprende il prossimo 15 dicembre con le repliche del pm e della parte civile, mentre il 17 sono attese le repliche della difesa, la camera di consiglio e la sentenza del giudice. Questo il programma. Ma se le parti dovessero rinunciare ai loro interventi supplementari, il giudice e' disposto ad entrare in camera di consiglio gia' il 15.