Concordia: si torna sulla nave, giudici danno 'via libera'
Previsto anche un accesso alla plancia di comando
10 dicembre, 20:46Correlati
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dell'inviato Michele Giuntini
Si tornerà a bordo della Costa Concordia. Non subito, ma dopo le feste natalizie: a gennaio. E solo quando il mare e il meteo lo consentiranno. Niente tempeste, nè fortunali, servono giornate serene e, soprattutto, mare calmo. E' un'attività pericolosa. Non sarà infatti una visita guidata a un museo, bensì atto ritenuto necessario per svolgere una nuova perizia, che integrerà le precedenti. A bordo, infatti, ci saliranno solo periti del tribunale e consulenti delle parti, e solo quando ci saranno condizioni di piena sicurezza.
Oggi il collegio dei giudici di Grosseto, presieduto da Giovanni Puliatti, ha conferito formalmente l'incarico agli esperti mentre il 9 gennaio cominceranno le operazioni al tribunale di Grosseto; quindi, qualche giorno dopo il tribunale trasferirà direttamente all'Isola del Giglio le attività di ispezione sul relitto. Pochi autorizzati, comunque, andranno sulla nave per cercare altre prove che dovranno spiegare ancora meglio perchè non funzionarono apparati importanti. Come il generatore di emergenza, che andò subito in tilt, venne riattivato addirittura con un cacciavite dai tecnici della nave, ma poi, nella rapida agonia della Concordia, si bloccò presto di nuovo. Perchè fece cilecca? La questione del generatore in avaria segna uno dei tanti spartiacque nel processo, oggi tornato a galla.
Per l'accusa è quasi una perdita di tempo andare a vederlo: in ogni caso - è l'idea dei pm - l'apporto del generatore d'emergenza sarebbe stato comunque irrilevante data l'eccezionalità delle avarie e dei danni subiti dalla nave con l'urto contro gli scogli e uno squarcio di sessanta-settanta metri su un fianco, col mare che invase le sale macchine bloccando subito tutto. Ma in questo 'default' credono parecchio il Codacons e anche la difesa di Francesco Schettino, che hanno fatto istanze in merito ai giudici, ora accolte.
Per queste parti approfittare del raddrizzamento della nave per accedere a locali finora non raggiungibili, diventa utile attività probatoria. In varie udienze, infatti, hanno sottolineato che il generatore avrebbe dato energia elettrica vitale a varie operazioni, come l'azionamento agevole dei bracci di sganciamento delle scialuppe - durante la graduale inclinazione della nave - anzichè usare lo sblocco a gas azoto, un meccanismo utilizzabile una tantum. Inoltre la perizia integrativa - che deve scovare eventuali malfunzionamenti e vizi degli apparati di bordo - riguarderà anche gli ascensori di bordo, il prelievo di computer e supporti informatici della plancia di comando ancora rimasti lì, la condizione del ponte zero: era a tenuta stagna secondo le normative, o no? Va avanti anche un'altra perizia, quella sui filmati ripresi nei corridoi di bordo dalle telecamere della videosorveglianza: da oggi sono disponibili le copie forensi in cancelleria, e le parti li possono visionare, così il film della Concordia potrà arricchirsi di altri materiali audiovideo. In aula c'è chi non si nasconde la speranza di qualche ulteriore colpo di scena: per esempio riconoscere qualche movimento di Francesco Schettino. Il processo oggi ha raccolto altre testimonianze.
Una è quella del 'safety officer' della nave, Martino Pellegrini di Montebelluna (Treviso), responsabile della sicurezza di bordo e dell'addestramento dell'equipaggio in ordine alle emergenze. Pellegrini si attivò subito dopo l'urto, verificò di persona l'inerzia della plancia di comando mentre arrivavano notizie ferali sullo stato della Concordia ("Spronai Bongiovanni a premere il pulsante dell'emergenza generale", ha raccontato), si ritrovò con Schettino in piena notte sul molo del Giglio e gli toccò risalire sulla nave in circostanze 'curiose'.
"Erano circa le 3 - ha raccontato - il comandante Schettino mi passò all'improvviso il telefono. 'Parlaci te', mi disse. Dall'altra parte il direttore della safety delle navi di Costa chiedeva, da terra, chi fosse disponibile a risalire sulla nave per verificare la situazione. Alla fine ci dovetti tornare io con una squadra di pompieri". Prossime udienze il 16 e 17 dicembre: ci saranno altri testi dell'accusa, fra i quali (per il 17) è stato annunciato il primo ufficiale in plancia Ciro Ambrosio, che conduceva la nave mentre Schettino cenava. Ambrosio fu co-indagato con il comandante, quindi ha patteggiato un anno e 11 mesi, e ora è fra quelli che aspettano l'esito di un ricorso in Cassazione che la procura generale di Firenze ha fatto per chiedere l'annullamento dei patteggiamenti e il rinvio di cinque posizioni al gip di Grosseto. Ieri la testimonianza del comandante De Falco VAI