Una Milano cupa, fra una movida popolata da escort minorenni in nottate in cui il corpo femminile è usato per fare scalate sociali, e il rapporto, l'incomunicabilità, fra un padre poliziotto e una figlia allo sbando in una città irriconoscibile. Sono queste, in sintesi, le due chiavi di lettura de 'La variabile umana', opera prima del documentarista Bruno Oliviero, con Silvio Orlando e Giuseppe Battiston, fuori concorso al Festival di Locarno.
Un film che può ricordare in qualche maniera la storia di Ruby Rubacuori, ma il regista smentisce secco: ''E' un progetto del 2009, non ho l'ossessione per Silvio Berlusconi, non abbiamo integrato la pellicola con la cronaca. Ci siamo bene documentati, queste cose c'erano già, i processi le hanno solo tirate fuori''. Il noir parla di una famiglia disgregata con il padre ispettore Monaco (Orlando), di cui è collega-allievo Levi (Battiston), che si è chiuso in se stesso dopo la morte della moglie tanto da vivere su piani diversi con la figlia Linda (Alice Raffaelli). Questo mondo di discoteche, droga, sesso e potere ha però il suo prezzo da pagare. Un importante e ben relazionato imprenditore edile viene trovato in casa ucciso a colpi di arma da fuoco: nell'appartamento era andato con una giovanissima amante. La moglie interviene sul prefetto che a sua volta chiama il questore che incarica un dirigente di far presto e bene senza creare scandali. Viene richiamato in servizio Monaco, integerrimo investigatore, da tempo per sua volontà a occuparsi di scartoffie.
Sembrerebbe un classico caso di omicidio, quando avviene qualcosa: Linda viene arrestata mentre sta sparando in un giardinetto con la pistola del padre. C'è una relazione fra i due fatti? E la moglie della vittima che ruolo gioca? ''Ho conosciuto la Milano da bere degli anni Ottanta - ricorda Orlando, ottimo interprete come Battiston - l'euforia un po' ebete che aveva contagiato tutto. La deriva di quegli anni è lo sfondo del film, scopriamo l'acqua calda, cioè che è stato ufficializzato, sdoganato un certo modo di fare''. ''Usare il corpo per fare le scalate sociali, di questo parlo - sottolinea Oliviero - il senso di relazione con il potere. E' esploso nel caso delle Olgettine e di Berlusconi ma c'era già tutto''.