di Martino Rigacci
Quel 13 marzo dell'anno scorso, l'annuncio del nome del successore di Benedetto XVI arrivò a Buenos Aires quasi attutito: tale fu la sorpresa nell' apprendere che il nuovo Papa era un connazionale. Un Pontefice nato nel quartiere di Flores, a Buenos Aires. Da quel momento in poi, il rapporto Papa-Baires si è sviluppato lungo tre fasi, con un tratto caratteristico di fondo. Trascorso quasi un anno dall'elezione, l'attenzione di Jorge Mario Bergoglio per la "sua" Argentina si è infatti sempre mantenuta molto alta. Sentimento costantemente ricambiato, e moltiplicato, dai 'portenos', gli abitanti della città. Dopo l'elezione e per qualche settimana, gli argentini hanno superato l'iniziale sgomento e si sono abituati al fatto che a 12 mila chilometri di distanza, a guidare la Chiesa cattolica c'era proprio Bergoglio, l'ex arcivescovo ed ex presidente della Conferenza episcopale. Un personaggio certo conosciuto ma non famoso, anche per il profilo basso che il Bergoglio 'pre-Francisco' ha sempre avuto. E che ha poi 'importato' nella Santa Sede, cosa che ha fatto non solo con il suo stile di vita ma con tante altre tematiche. Superata l'iniziale incredulità, il rapporto tra la città e il Papa è entrato in una nuova tappa: quella delle tante telefonate partite verso il Rio de la Plata, oltre agli incontri in Santa Sede degli argentini in 'missione' a Roma. Vecchi amici, sindacalisti e imprenditori, qualche politico, tantissimi dei 5.650 religiosi del paese, e non solo quelli delle "villas miserias". Oltre ai giocatori di calcio, dell'amato San Lorenzo e di altre squadre. La terza fase della relazione Papa-Argentina è quella attuale, forse la più politica, in un paese che affronta un anno pre-elettorale ed economicamente molto difficile. Non è un caso se, dopo un'assenza durata anni, la presidente Cristina Fernandez de Kirchner ha assicurato che sarà presente al tradizionale Tedeum in programma il 25 maggio presso la Cattedrale della plaza di Mayo, che per anni ha rappresentato per Francisco una sorta di 'Santa Marta' di Buenos Aires. Bergoglío é uno degli uomini meglio informati su quanto succede nel paese, dove ha una profonda e crescente influenza. In un modo o in un altro, il Francesco di Flores è entrato a far parte delle 'geografia' della città, sempre presente nei commenti della gente, nei cartelli e manifesti per strada o nelle librerie. E sempre al centro delle analisi di sociologi e psicologi, molto amati dai 'portenos'. In Argentina, il Papa vive ormai in compagnia degli altri 'miti' nazionali: Messi e Maradona, ma anche Carlos Gardel, simbolo del tango, e Jorge Luis Borges. Senza dimenticare, ovviamente, il 'Che' Guevara. Ed Evita, visto che in fondo molti argentini sono convinti che Bergoglio sia il primo Papa peronista della storia.