di Domenico Palesse
ROMA - Insieme al Commissario di bordo, sono i veri 'miracolati' della crociera maledetta. Sono stati estratti vivi dalla Costa Concordia dopo circa 24 ore dall'incidente. Hye Jim Jeong e Kideok Han, i due sposini coreani superstiti del naufragio del Giglio, hanno passato quelle ore di terrore, al freddo e senza cibo, con la speranza che qualcuno si accorgesse di loro in quell'angusto corridoio davanti alla loro cabina. Solo la scorsa notte, al terzo tentativo, i soccorritori sono riusciti a raggiungerli e a portarli in salvo. Ora, ad otto giorni dalle nozze, sono tornati a Roma, la citta' che avevano visitato qualche giorno prima della partenza. Questa volta sono ospiti dell'ambasciata coreana in un lussuoso hotel dei Parioli. Il telo termico lo hanno lasciato a Grosseto ed ora sulle spalle hanno due caldi giubbotti, ai piedi scarpe da ginnastica e indosso una tuta. ''La sera dell'incidente ci eravamo appena addormentati dopo aver cenato - raccontano i due ragazzi di 29 anni -. Poi ad un certo punto abbiamo avuto la sensazione che qualcosa non andava. Una persona e' entrata nella nostra cabina dicendoci qualcosa in italiano. Tutte le cose cominciavano a cadere a terra e ad un tratto ci siamo ritrovati con i piedi in aria''. ''Non abbiamo sentito alcun allarme - cerca di ricordare Kideok -, all'improvviso si sono spente tutte le luci. Abbiamo avuto molta paura. Vivevamo con la speranza che qualcuno ci trovasse, ma anche con la consapevolezza di avere accanto la persona amata''. I due ragazzi, che a Seul lavorano come insegnanti di chimica e fisica, raccontano di aver passato il tempo cercando una via d'uscita da una parte all'altra del corridoio, facendosi luce con il flash della macchinetta fotografica. ''Volevamo tornare in cabina per prendere i vestiti - dicono -, stavamo morendo di fame e freddo. Purtroppo pero' non riuscivamo, la nave era troppo inclinata. Abbiamo cercato anche di raggiungere i piani superiori ma c'era il rischio di cadere nel vuoto''. ''La fortuna - sottolinea Hye Jim - e' stata che la nostra cabina non si trovava nella parte sommersa della nave, ma in quella fuori dall'acqua''. Fuori dall'hotel, davanti alle telecamere, i due sposini continuano a rispondere alle domande sempre con il sorriso sulle labbra. Ma l'espressione cambia di colpo quando lui mostra ai giornalisti le foto dell'interno della nave: i corridoi, il pavimento, le pareti illuminate solo dal flash. Ora nei loro programmi c'e' un secondo viaggio di nozze, magari insieme al figlio che hanno in cantiere. ''Faremo una nuova luna di miele - dicono -, ma non in crociera. Torneremo in Italia - assicura lei - i vostri vigili del fuoco sono troppo belli''.