(ANSA) - MILANO, 8 APR - Pandette, la holding della famiglia
Rotelli, porta in Tribunale il Banco Popolare per contestare il
prezzo delle azioni Rcs, vendute dall'istituto guidato da Pier
Francesco Saviotti attraverso l'esercizio di un'opzione put
contratta nel 2006 e rinegoziata nel 2009.
A dividere la banca e gli eredi dell'imprenditore della
sanità, Giuseppe Rotelli, scomparso lo scorso giugno, sono circa
82 milioni di euro. Il Banco, emerge dal prospetto sull'aumento
di capitale, ha esercitato l'opzione su 3.870.900 azioni
(l'ultima parte del pacchetto rilevato da Stefano Ricucci e
venduto a Rotelli) al prezzo di 113,4 milioni di euro mentre gli
eredi di Rotelli non sono disponibili a pagare più di 31,4
milioni. In Borsa, con il titolo a 1,6 euro, la quota vale poco
più di 6 milioni.
Così il 6 marzo scorso Pandette ha citato in giudizio davanti
al Tribunale di Milano il Banco chiedendo "in via principale"
che venga accertato in 31,4 milioni il prezzo della quota (pari
allo 0,91% del capitale) e "in via subordinata" l'accertamento
dell' "eccessiva onerosità della prestazione dovuta da Pandette"
con richiesta di risoluzione del contratto. Nel caso in cui
nessuna delle due richieste venisse accolta, "in via
ulteriormente subordinata", è stato chiesto di rinegoziare il
contratto.
"La quantificazione del prezzo delle azioni Rcs compiuta
rispettivamente da Banco Popolare e Pandette trae origine da una
diversa interpretazione contrattuale del contratto di opzione"
si legge nel prospetto. A dividere le parti sono gli effetti sul
prezzo dell'opzione delle operazioni sul capitale decise
dall'assemblea del 30 maggio 2013, con la riduzione del capitale
per perdite e il raggruppamento delle azioni.
Il 12 marzo il Banco ha depositato al Tribunale di Milano un
ricorso per decreto ingiuntivo nei confronti di Pandette allo
scopo di ottenere i 113,4 milioni.(ANSA).