(di Fabio Perego)
(ANSA) - MILANO, 8 APR - Piooner "è altamente strategica" e
"non è in vendita". E per la società di risparmio gestito di
Piazza Cordusio non è neanche in programma, nel breve, un
percorso simile a quello individuato per Fineco ovvero la
quotazione. A mettere nero su bianco è l'ad di Unicredit
Federico Ghizzoni che smorza così recenti speculazioni.
Nei giorni scorsi erano, infatti, emerse indicazioni di un
interesse della Industrial and Commercial Bank of China (che
peraltro ha smentito attraverso un suo portavoce) nei confronti
di Pioneer. E sempre la società di risparmio gestito, qualche
settimana fa, era stata al centro di uno scenario tracciato dal
Financial Times. Il quotidiano della City indicava due opzioni:
la vendita per 2-3 miliardi di euro o la quotazione già a
partire dal 2015. Ipotesi che, peraltro, non trovano conforto
anche nelle pieghe del piano industriale al 2018 di Piazza
Cordusio che punta invece a sostenere la crescita di business a
basso assorbimento di capitale, potenziando proprio l'asset
management (attivita' di gestione degli investimenti finanziari
di terzi ndr) con un incremento dei canali di distribuzione non
captive (indipendente ndr) e favorendo l'acquisizione di clienti
nell'asset gathering (attivita' di raccolta del risparmio ndr).
Ghizzoni, a latere del consueto cda mensile, oltre a non
commentare le voci di vendita di Dab (la banca online della
controllata tedesca Hvb), fa anche il punto sull'Italia dove
Unicredit, nei primi due mesi del 2014, ha erogato mutui casa
più di quanto abbia fatto lo scorso anno. ''Siamo arrivati ad
una quota di mercato del 14% dopo un minimo del 6-7% dello
scorso anno'', spiega l'a.d rilevando che i dati sono in forte
crescita anche per il credito al consumo. In questo caso si
tratta ''di una doppia cifra anno su anno, con oltre il 16% di
quota di mercato'' sottolinea il banchiere che, in generale,
rileva che per ''l'Italia i dati sono abbastanza interessanti e
fa capire che, dopo avere toccato il fondo il credito segna una
leggera ripresa a macchia di leopardo''. Il manager conferma poi
la ''fattibilità'' del piano industriale ricordando l'impegno di
120 miliardi di credito (80 miliardi alle imprese, 40 miliardi
alle famiglie) fino al 2018.
E da' numeri di tutto rispetto anche la controllata Fineco
(la cui ipo è confermata a metà anno). Nel primo trimestre ha
registrato ''1,1 miliardi di raccolta netta positiva, 46
miliardi totali di Financial Asset'' mentre i clienti - spiega
il d.g di Unicredit, Roberto Nicastro - sono aumentati ''di 25
mila unità nel saldo tra nuovi e persi superando in 900
mila''.(ANSA).