(ANSA) - MILANO, 7 APR - Mediolanum, che continua a
contestare le richieste del Fisco, fa riferimento a
"significativi mutamenti dello scenario internazionale di
riferimento" e alla "profonda rivisitazione della disciplina
sulle transazioni infragruppo, così come riportato dall'Ocse"
nel documento pubblicato il 19 luglio 2013 e denominato Action
Plan on Base Erosion and Profit Shifting". Si tratta del piano
anti-elusione messo a punto dall'Ocse e sostenuto dal G20, che
ha indicato agli Stati l'adozione di una serie di misure
finalizzate a combattere l'erosione della base imponibile e
l'arbitrario trasferimento dei profitti in Stati dove le
aliquote fiscali sono più favorevoli, impoverendo così il
gettito dei Paesi in cui viene effettivamente prodotto reddito.
"Pur confermando nuovamente le eccezioni di merito
concernenti gli avvisi di accertamento" dell'Agenzia delle
entrate "e la congruità dei prezzi di trasferimento", cioè delle
commissioni incassate in Italia e retrocesse alla controllata
irlandese (Mediolanum International Funds) che confeziona i
prodotti finanziari venduti, "tali orientamenti nelle complesse
dinamiche dei rapporti tra gli stati" portano a ritenere che "il
rischio di esborso" sia divenuto "'probabile' limitatamente alle
sole commissioni di gestione retrocesse (e non alle commissioni
di performance, né alle sanzioni comminate dal Fisco, ndr)".
Secondo Mediolanum la revisione "in corso a livello
internazionale circa i criteri di determinazione dei
corrispettivi infragruppo" potrebbe avere impatti sulla
procedura arbitrale sulla doppia imposizione avviata da
Mediolanum, con effetti sui livelli di commissioni spettanti
alle società italiane e a quella irlandese. "Non si può
escludere - spiega Mediolanum nel bilancio - che nell'ambito
delle procedure internazionali incardinate dalle società (Banca
Mediolanum e Mediolanum Vita, ndr) possano essere effettivamente
stabiliti dei prezzi rientranti in un range di valori di libero
mercato diversi rispetto a quelli ad oggi praticati".(ANSA).