(ANSA) - MILANO, 6 APR - E' arrivata la settimana dell'esame
dei mercati al governo Renzi, con le Borse che vengono dalla
corsa sull'attesa degli interventi Bce e che dovrebbero aprire
incerte. Questa la previsione degli operatori rimasti durante il
week end in zona Piazza Affari per preparare un avvio di
contrattazioni azionarie che viene visto "molto caldo". Sotto la
lente ci sarà naturalmente anche lo spread Btp-Bund, che in
settimana è tornato sui minimi di inizio giugno 2011, col tasso
sul decennale del Tesoro ai minimi storici da quando è stato
introdotto l'euro al 3,16%.
L'economista Nouriel Roubini afferma che la luna di miele dei
mercati con il premier c'è, ma potrebbe essere molto breve. "E
ora si guarderà ai fatti e soprattutto alle coperture, che
devono essere permanenti", confermano gli operatori. I dettagli
non usciranno oltre martedì, data limite per la presentazione
del Documento economico finanziario, ma l'attesa è anche
sull'altro versante rovente: quello delle nomine nelle società
ad alta presenza pubblica.
In questo caso il giorno massimo dovrebbe essere sabato
prossimo, ma diversi analisti si attendono notizie molto prima.
Anche perché il calendario sembra fatto apposta per l'esame
della 'nuova Italia': da metà settimana in avanti a Washington
si aprono infatti le riunioni primaverili del Fondo monetario
internazionale e della Banca mondiale, ai quali in genere
partecipano il ministro dell'Economia e il governatore della
Banca d'Italia. E giovedì ci sarà un'asta Bot a 3 e 12 mesi,
seguita venerdì da un più indicativo collocamento di Btp.
Lunedì l'avvio dei mercati è visto comunque nervoso anche per
la chiusura per festività delle Borse cinesi, che spesso
forniscono i primi segnali importanti. Ma soprattutto perché i
listini azionari vengono da una settimana molto più calda di
quanto ci si aspettasse: l'indice generale europeo Euro è salito
dell'1,8%, con Madrid e Milano (cresciute di oltre il 3%) che
sono state le Borse meglio baciate dell'effetto-Draghi, mentre
Francoforte è salita di poco più dell'1%.
Ecco perché gli operatori guardano con interesse al report
annuale della Bce atteso lunedì ma soprattutto al discorso di
martedì di Jens Weidmann, presidente della Bundesbank e membro
del consiglio della Bce, da sempre considerato molto ostile ad
acquisti di titoli da parte della Banca centrale.
Ma in Piazza Affari e dintorni in queste ore gli occhi sono
tutti puntati su voci apparentemente tecniche del Def,
soprattutto dopo l'abbassamento delle stime di crescita del Pil
allo 0,8%: introiti nero su bianco della 'spending review',
l'eventuale e poco apprezzato inserimento dell'Iva proveniente
dal pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. Anche
perché questi pagamenti sono oggi compresi al massimo in un
disegno di legge, che dagli analisti non viene ritenuto
sufficiente per una copertura affidabile. (ANSA).