(ANSA) - ROMA, 2 APR - Nell'eurozona sta emergendo il rischio
di una ''bassa inflazione'' che potrebbe ''soffocare la
crescita e l'occupazione''. A lanciare l'allarme è il direttore
generale del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde,
che invita quindi il presidente della Bce Mario Draghi, in vista
della riunione del Board di domani a Francoforte, ad agire anche
con misure non convenzionali per mantenere la stabilità dei
prezzi nella zona euro. Ma il numero uno dell'Fmi a distanza di
un anno sollecita nuovamente anche i governi dei Paesi ''con un
alto livello di disoccupazione giovanile'' a fare tutte ''le
riforme essenziali'' del mercato del lavoro ''per evitare una
generazione persa''. Riforme da effettuare soprattutto ora che
le tensioni sui mercati si sono decisamente allenate con gli
spread di Italia e Spagna tornati sui livelli del 2011.
Oggi il differenziale di rendimento Btp-Bund ha chiuso in
calo sotto i 170 punti base (169) per la prima volta da inizio
giugno 2011, col tasso sul decennale del Tesoro al 3,30%. Il
divario Bonos-Bund si è ridotto a 164 punti base col rendimento
dei titoli spagnoli al 3,25%.
Nella riunione del Board Bce di domani analisti ed economisti
escludono un taglio dei tassi di interesse in chiave
anti-deflazione, ma l'attesa è forte soprattutto per capire
quale lettura Draghi vorrà dare della 'crisi dei prezzi' in
Eurolandia e quale tipo di stimoli intende mettere in campo per
aiutare una ripresa tuttora anemica. La 'cura' è sempre la
stessa: varare misure non convenzionali per rianimare
l'economia, alimentando liquidità e credito. Tra le possibili
opzioni, tassi negativi sui depositi, il 'quantitative easing'
praticato da anni da Federal Reserve, Banca d'Inghilterra e
Banca del Giappone e che prevede acquisti di titoli di Stato e
bond privati, ma anche una nuova edizione di Ltro, le
maxi-iniezioni di liquidità con cui Francoforte fra dicembre
2011 e febbraio 2012 ha iniettato nell'Eurozona oltre 1.000
miliardi di euro.
Finora l'Eurotower ha sempre escluso il rischio di
deflazione, limitandosi a dichiarare una "forte preoccupazione"
per il prolungarsi del periodo di bassa inflazione anche dopo la
brusca caduta dei prezzi registrata a marzo con uno stentato
+0,5%. Gli economisti sono convinti che il consiglio deciderà di
prendere ancora tempo e di lasciare i tassi di interesse fermi
al minimo storico dello 0,25%, soprattutto dopo che ieri il vice
presidente della Bce Vitor Constancio ha ribadito di non vedere
"prospettive di deflazione" e che il basso livello di inflazione
registrato a marzo verrà "corretto al rialzo ad aprile", grazie
al progredire della ripresa. Ma è da vedere se il ritmo della
ripresa stessa sarà tale da scongiurare il rischio di una caduta
nella trappola deflazione-stagnazione. E soprattutto in che
tempi. Oggi sono arrivati nuovi segnali di debolezza
dell'inflazione: i prezzi alla produzione nell'industria sono
scesi dello 0,2% a febbraio dopo il -0,3% di gennaio
nell'Eurozona.(ANSA).