(ANSA) - ROMA, 2 APR - Sette milioni di persone in Italia
vivono con una pensione che non raggiunge neppure i 1.000 euro
al mese. Ma a fronte di questa vasta platea che, come dicono i
consumatori, "fa la fame" e che rappresenta un'ampia fetta
(42,6%) dei 16,6 milioni di pensionati italiani, ce ne sono
invece ben 210.000 che possono contare su un assegno
previdenziale mensile di oltre 5.000 euro. Per non dimenticare
poi quella elite che comunemente viene definita dei pensionati
d'oro, e non a caso visto che si tratta di 11 mila 683 ex
lavoratori che ogni mese vedono recapitarsi una pensione da 10
mila euro e anche più. Tra gli italiani, poi, sembra andar di
moda l'accumulo: basti pensare che a fronte di un 63% di
pensionati che ha un solo assegno, uno su quattro ne incassa due
e c'è anche chi ne ha tre, quattro o più di quattro.
La fotografia scattata dall'Istat al panorama della
previdenza nel 2012 mostra una situazione decisamente
squilibrata, che ha fatto sollevare un generalizzato grido
d'allarme e l'appello al governo a intervenire. Ma il ministro
dell'Economia Pier Carlo Padoan, dall'Ecofin di Atene ribadisce
che "le pensioni, come ha detto il premier Renzi chiaramente,
non si toccano", anche se "i dettagli andranno ancora discussi".
Nel complesso nel 2012 l'Istat ha registrato un aumento
dell'1,8% della spesa complessiva per prestazioni pensionistiche
(pari a 270.720 milioni di euro). E la sua incidenza sul Pil è
cresciuta di 0,45 punti percentuali, superando la soglia del
17%. Ma nonostante ciò il responsabile dell'Ispettorato Generale
per la Spesa Sociale della Ragioneria Generale dello Stato,
Francesco Massicci, ha assicurato che "la sostenibilità
macroeconomica del sistema pensionistico italiano è, in
prospettiva, tra le migliori in Europa" e i rischi sono "assai
contenuti".
L'importo medio annuo delle pensioni nel 2012, secondo
l'Istat, è stato pari a 11.482 euro, 253 euro in più rispetto al
2011 (+2,3%). Ma quando si va ad analizzare nel dettaglio si
vede che ci sono 2,2 milioni di pensionati, ovvero il 13,3%,
sotto i 500 euro mensili. La fetta più ampia, poi, si trova tra
i 500 e i 1.000 euro: si tratta di poco meno di 4,9 milioni di
persone (il 29,3%).
Ha puntato quindi il dito contro le "pensioni da fame" il
Codacons chiedendo al governo di intervenire, mentre la Uil
pensionati ha parlato di una "situazione drammatica" e l'Ugl ha
accusato il governo di incapacità, sottolineando l'importanza di
una mobilitazione. Piuttosto unanimi anche le reazioni dal mondo
politico. Per il deputato democrat, Davide Zoggia "pensare di
vivere con meno di 1000 euro al mese è a rischio allarme
sociale", e la capogruppo di Ncd alla Camera Nunzia De Girolamo
ha chiesto di aprire immediatamente un piano d'azione che
abolisca la riforma Fornero. Si scaglia invece contro le
pensioni d'oro la presidente di Fratelli d'Italia-Alleanza
Nazionale, Giorgia Meloni e dice che il suo partito non
rinuncerà alla battaglia per cancellare "privilegi ingiusti e
odiosi". (ANSA).