(ANSA) - ROMA, 1 APR - L'Eurozona ha "una ripresa graduale
anche se modesta". Non cambia il messaggio del presidente della
Bce, Mario Draghi all'indomani dell'allarme deflazione rivelato
dal rapporto Eurostat e a poche ore dalla riunione del board di
giovedì su tassi di interesse e misure di stimolo.
Dall'Eurogruppo di Atene, il numero uno dell'Eurotower,
ripete invariabilmente la formula con cui da mesi ci avverte che
la ripresa è in atto, ma è fragile, disomogenea e progredisce a
ritmo lento. Ben più tangibili, invece, i progressi compiuti
nell'azione di risanamento del sistema finanziario da quando è
scattata la stretta sorveglianza della Bce. Draghi ha
riconosciuto che le banche "negli ultimi mesi hanno rafforzato
di molto le loro posizioni di capitale", anche se - avverte - è
"troppo presto per dare una valutazione dei singoli sistemi
bancari". E' appena partita, infatti, l'asset quality review,
ossia l'esame dei portafogli prestiti su cui si incardinano gli
stress test, che potrebbe portare a svalutazioni, fusioni e
persino al fallimento di alcuni istituti. Una "sfida cui le
banche italiane hanno già risposto bene" assicura il governatore
della Banca d'Italia Ignazio Visco, spiegando che i nostri
istituti "hanno fatto pulizia" e hanno messo mano a un
"fortissimo" aumento della patrimonializzazione "con i propri
mezzi".
Giusto un mese fa Draghi parlava di "bicchiere mezzo pieno"
commentando i progressi compiuti in Eurolandia, e nell'ultima
riunione di politica monetaria si è impegnato a varare nuove
misure straordinarie per sostenere la ripresa, incluso il
'quantitative easing' adottato dalla Federal Reserve con
l'acquisto di titoli di debito pubblico e bond privati. Una
strategia ultra-espansiva praticata dal 2009 anche dalla Banca
d'Inghilterra e ancor prima dalla Banca del Giappone. E ora che
sembra venuto meno il veto della Bundesbank dopo le recenti
aperture del presidente Jens Weidmann, la Bce potrebbe
accodarsi. Di questo si discuterà nella riunione del board di
giovedì alla luce di una disoccupazione che resta su livelli
record, rischi di deflazione, consumi al palo, e produttività
che non decolla. E se gli economisti continuano ad escludere un
taglio dei tassi di interesse, di sicuro al vaglio ci saranno
contromisure per scongiurare le spinte disinflattive. Difficile
fare previsioni sul messaggio che Draghi deciderà di inviare ai
mercati. Oggi il vice presidente della Bce Vitor Constancio ha
riconfermato che l'Eurotower non vede "prospettive di
deflazione" e che il basso livello di inflazione registrato a
marzo verrà "corretto al rialzo ad aprile", grazie al progredire
della ripresa. Qualche segnale è intanto arrivato dal settore
manifatturiero: l'indice Pmi dell'Eurozona di marzo conferma la
fase di espansione del ciclo (53 punti) e in Francia torna a
crescere per la prima volta in due anni (a 52,1 punti da 49,7).
In Italia segna un lieve rialzo (a 52,4 da 52,3) mentre in
Spagna si registra la crescita più forte da 4 anni (52,8 da
52,5). (ANSA).