(ANSA) - ROMA, 31 MAR - "La vera innovazione dovrebbe essere
quella di far capire al sistema bancario che il rapporto di
fiducia tra gli Istituti e il mondo imprenditoriale non si
limita al momento di buona sorte per le imprese, ma dovrebbe
continuare anche in funzione di ammortizzatore e molla per la
ripresa di aziende povere di finanza ma 'ricche di crediti', in
questo momento storico, difficilmente liquidabili per la
responsabilità di molteplici attori economici " così in una nota
l'avvocato Nunzio Bevilacqua, Vice Presidente Associazione
Nazionale Lavoro Azienda Welfare (Anlaw).
Prosegue Bevilacqua "se è vero che l'eccessiva
utilizzazione, in passato, di credito bancario ha determinato
degli squilibri strutturali in molte Pmi, tramutati in alcuni
casi in fragilità, e' d'altro canto innegabile che chi doveva
erogare spesso non si è posto il problema, nei periodi di
crescita, della pericolosa dipendenza da credito che si stava
ingenerando. Chiedere oggi agli imprenditori, molti dei quali
con le loro Pmi già da qualche anno sono andati ad erodere i
propri risparmi personali per conservare il livello di
occupazione di lavoratori considerati una 'famiglia allargata',
quale condizione per ottenere credito, di immettere altrettanta
liquidità nell'impresa, vuol dire non avere concezione della
gravità della situazione."
E conclude "l'impresa italiana già innova ed investe nei
limiti della carenza di liquidità attuale, bene la proposta
Renzi sul lavoro, come starter di periodo, ma davvero non si
comprende come si possa pensare a forme di soppressione di un
ente come l'Ice, un 'sistema Italia' efficiente all'estero, che
andrebbe finanziato, anche maggiormente, avendo basilari
funzioni di internazionalizzazione ed assistenza qualificata, a
costi contenuti, per tutte quelle Pmi a cui sarebbe altrimenti
precluso, logisticamente e finanziariamente, qualsiasi via per
l'Export"