(di Sabina Rosset)
(ANSA) - MILANO, 31 MAR - Il presidente Fiat John Elkann
esclude nuovi investimenti su Rcs. Mentre l'A.d del gruppo
Sergio Marchionne sgombra il campo dalle ipotesi giornalistiche
di un'uscita della quota dal perimetro del Lingotto: ''Non
abbiamo nessuna intenzione di scorporare Rcs con la quotazione
di Fiat Chrysler a New York, resterà in pancia'', afferma. Il
messaggio forte da Torino è però un altro, ed è quello di
inquadrare l'intervento compiuto l'anno scorso sul gruppo Rcs
come un salvataggio. Nessuna volontà di condizionare il Corriere
della Sera, insomma: ''Riconosciamo la veridicità
dell'indipendenza di tutti e due i giornali. Si sta creando su
un fumetto che non esiste'', dice Marchionne riferendosi dunque
anche alla Stampa.
''Fiat è azionista di Rcs da trent'anni - ricorda Elkann -.
Non siamo stati né Sergio, né io a decidere di entrare
nell'editoria. Un anno fa stava per fallire, i soci hanno dato
il via libera al pacchetto di rifinanziamento. Mancava la parte
importante per completare l'operazione e per senso di
responsabilità ci siamo impegnati a salvare Rcs dal
fallimento''. Quanto al futuro, chiarisce Elkann, ''non ci
saranno altri investimenti in Rcs, la società non ne ha
assolutamente bisogno''.
Dopo l'aumento dell'estate 2013 Fiat è il primo azionista
Rizzoli con il 20,5%. E' così significativo che Elkann si
esprima a favore della conversione delle risparmio in ordinarie
annunciata venerdì da Rcs, assieme alla revisione della
governance con un numero di consiglieri tra 7 e 11, per due
terzi alla lista di maggioranza e per un terzo restante alle
minoranze in proporzione ai voti.
''Due anni fa, quando si è trattato di rivedere il cda,
abbiamo preso posizioni molto forti - spiega -: abbiamo ritenuto
che fosse meglio un consiglio ridotto, non di venti persone,
senza esponenti diretti degli azionisti. Abbiamo sempre lavorato
affinché Rcs potesse essere una società normalizzata. Quello che
ha deciso il cda venerdì scorso va in questa direzione: la
conversione delle categorie di azioni, maggior presenza degli
azionisti di minoranza. Sono quindi decisioni che voteremo
favorevolmente in assemblea''.
Sull'annuncio della conversione Rcs, intanto, in Borsa hanno
preso il volo le azioni risparmio della categoria B, che
sembrano favorite rispetto alle quotazioni attuali sia
nell'ipotesi di conversione obbligatoria (conversione senza
conguaglio di 0,51 ordinarie per ciascuna risparmio) e sia in
quella facoltativa (conversione alla pari con un conguaglio di
0,68 euro): i titoli della categoria B hanno guadagnato l'8,30%
portandosi a 0,92 euro. Mentre le ordinarie hanno ceduto il
2,76% a 1,654. Più caute invece le risparmio di categoria A, più
vicine ai valori di conversione (+0,78% a 1,289 la chiusura).
Intanto ad analizzare ulteriormente i termini della
conversione, se risulta del 20% la diluizione massima in caso di
piena adesione dei soci risparmio alla conversione facoltativa,
emerge poi che sarà del 12% la conversione minima attesa
comunque nel caso in cui nessuno aderisca alla conversione
facoltativa. Il 20,5% Fiat insomma a valle della conversione
obbligatoria si tradurrebbe in un 18% del capitale, mentre
sarebbe al 16,4% nell'ipotesi della diluizione massima. E così
Mediobanca (oggi al 9,99%) avrà tra l'8,7 e l'8%, Della Valle
(oggi 9%) sarà tra il 7,9 e il 7,1%, Invesco tra 4,3 e il 4%,
Intesa Sanpaolo (6,54%) tra il 5,7% e così via gli altri soci.
Infine, è emerso oggi come secondo Claudio Sposito di
Clessidra la trattativa per l'acquisto delle radio Finelco da
Rcs ''è ferma''. ''E' una situazione molto complessa, che ha
bisogno di molti punti di quadratura, che al momento non ci
sono'', spiega. Il negoziato, tuttavia, ''è possibile possa
ripartire''.(ANSA).