(ANSA) - ROMA, 31 MAR - Eurozona nella trappola deflazione e
stagnazione economica. E' questo lo scenario più temuto e il
grande interrogativo sui cui consiglieri economici e banchieri
centrali si esercitano da mesi nel tentativo di decifrare il
punto di caduta della crisi europea e individuare contromisure
ad hoc tanto puntuali quanto efficaci. E anche negli Usa, per
quanto la ripresa sia avviata, c'e' ancora bisogno dei corposi
'aiuti' della Banca centrale americana, ha ammesso oggi il
presidente della Fed Janet Yellen, per mettere l'economia su un
più solido percorso di crescita.
Per la Banca centrale europea, invece, si fa più pressante la
minaccia di una spirale negativa dei prezzi e di stagnazione,
dopo che Eurostat ha certificato l'ulteriore frenata
dell'inflazione. A marzo si è registrato un calo più forte del
previsto allo 0,5% dallo 0,7% di febbraio. E' il livello più
basso da quasi cinque anni, dal novembre del 2009, e il dato
richiama la Bce a 'valutare' possibili contromosse per
scongiurare una caduta in deflazione. Questa settimana si
riunisce il board della Bce e se finora il presidente Mario
Draghi ha escluso un "pericolo imminente" di deflazione, è pur
vero che dovrà tenere conto del fatto che la Spagna è già in
deflazione (-0,2% a marzo dopo il +0,1% di febbraio). In Italia
la dinamica dei prezzi continua a frenare (+0,4% a marzo da
+0,5% di febbraio) e anche la Germania ha accusato un inatteso
rallentamento a +0,9% a marzo dopo il +1% di febbraio, il
livello piu' basso da giugno 2010. Per ora la maggioranza degli
analisti è convinta che l'Eurotower non taglierà i tassi di
interesse, lasciandoli all'attuale minimo storico dello 0,25%, e
prendera' ancora tempo limitandosi a promettere di fare tutto il
necessario in caso di ulteriore "deterioramento" delle
prospettive di inflazione. Ma non è escluso che il presidente
Mario Draghi spiani la strada a manovre di stimolo o misure
extra (inclusi tassi negativi sui depositi), soprattutto dopo
che anche la Bundesbank del 'falco' Jens Weidmann ha aperto la
porta all'ipotesi di un quantitative easing in stile Fed per
acquisti di titoli.
Dall'altra parte dell'oceano, invece, il presidente della
Banca centrale statunitense, Janet Yellen, ha ammesso che la
ripresa Usa ha ancora bisogno di politiche espansive perchè
l'economia e il mercato del lavoro ''non sono ancora tornati
alla normalita'''. L'annuncio ha subito avuto impatto sui
mercati azionari, con Wall Street che ha subito registrato una
fiammata (+0,91%) primi a attestarsi attorno a +0,2%. L'Eurozona
ancora si dibatte tra ristagno, disoccupazione record, bassa
produttività, consumi anemici, disinflazione. Temi sullo sfondo
della riunione dell'Eurogruppo informale di domani ad Atene e di
quella dell'Ecofin il giorno successivo cui parteciperà anche
Draghi e per l'Italia ci saranno il Governatore della Banca
d'Italia, Ignazio Visco, e il ministro dell'Economia, Pier Carlo
Padoan. (ANSA).