(ANSA) - ROMA, 27 MAR - "Contrariamente a quanto detto dal
Presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, la recessione c'entra
poco o niente con il discorso degli esuberi. Dal 2000 al 2013 il
settore bancario ha perso 48mila posti di lavoro. Quindi ha
espulso lavoratori ben prima che la recessione si manifestasse".
Lo dichiara Lando Maria Sileoni, Segretario generale della Fabi
(sindacato di maggioranza dei lavoratori bancari), in risposta
alle affermazioni rese oggi dal Presidente dell'Abi, a margine
di un convegno dell'Icbpi. E avvisa "continuando con queste
esternazioni, il rinnovo del contratto di lavoro si complicherà
pesantemente".
"Dal 2014 al 2020 usciranno altre 20mila persone. Gli esuberi
rappresentano il risultato di un modello di banca vecchio e
obsoleto, sono figli di una cattiva gestione del credito, di
sponsorizzazioni buttate al vento, degli alti stipendi dei
manager e soprattutto di una mentalità superata dai tempi, che
le banche non vogliono cambiare"
Sileoni conclude rilevando che "gli esuberi sono il risultato
di liquidazioni milionarie, di direzioni generali costosissime,
di consulenze a sei zeri affidate agli amici degli amici,
soprattutto nel settore informatico e legale, del tutto
evitabili se si utilizzasse personale interno. Siamo a fianco di
Patuelli quando pubblicamente difende le banche dal pestaggio
mediatico, spesso demagogico, che sta investendo il settore, ma
continuando con queste esternazioni, lo informiamo che il
rinnovo del contratto di lavoro si complicherà
pesantemente".(ANSA).