(di Sabina Rosset)
(ANSA) - MILANO, 27 MAR - Diplomazie ancora al lavoro in
vista della riunione domani del Cda Rcs. Sul tavolo ci sarà la
convocazione dell'assemblea dei soci, mentre resta aperto il
tema dell'integrazione del consiglio dopo le dimissioni di Carlo
Pesenti e andrà confermata dagli azionisti anche la nomina di un
amministratore, Attilio Guarneri. I tentativi di mediare tra le
varie anime dei soci non sembrano aver portato ancora a
candidature condivise. E l'ipotesi più probabile è che sia lo
stesso consiglio a portare all'assemblea una proposta sulla
governance. Se venisse approvata permetterebbe alla squadra oggi
in tolda di comando di traghettare senza traumi la gestione Rcs
per un altro anno, e fino alla scadenza naturale del Cda.
Sul gruppo c'è intanto da segnalare l'importante 'fiche'
puntata dai fondi Usa Invesco, saliti il 21 marzo al 5% del
gruppo editoriale dal 2,1% precedente. Il posizionamento è stato
fatto tramite sei controllate e in gestioni non discrezionali, e
parrebbe così dipendere da soglie automatiche che hanno fatto
scattare gli acquisti, effettuate tramite strumenti di
investimento come gli Etf. Di certo arriva pochi giorni dopo
l'investor day della società e gli incontri a Londra del
management con una ventina di fondi.
In Rcs sembrano intanto rientrate le tensioni sul piano di
incentivazione. L'A.d Pietro Scott Jovane e la squadra di
management della società hanno comunicato ai rappresentanti
sindacali di voler proporre domani al Cda di sospendere il piano
''fino al pieno ripristino della profittabilità''. Gli incentivi
avrebbero dovuto scattare dal 2016 al 2018 con il superamento
degli obiettivi del piano al 2015 ed erano stati già votati dal
Cda per il top management, con l'idea di estenderli poi a tutto
il management. I comitati di redazione del Corriere della Sera,
della Gazzetta e le rappresentanze sindacali unitarie del gruppo
hanno quindi sospeso i piani di sciopero previsti tra oggi e
sabato, in attesa che la proposta sia ratificata domani dal Cda.
Tornando al consiglio, ricomporre il quadro nell'attuale
assetto azionario non appare affatto semplice e si preannuncia
comunque un'assemblea con esiti ancora molto aperti. Guarneri,
ad esempio, è entrato nel board come secondo eletto della lista
di minoranza presentata a suo tempo da Rotelli, allora primo
socio fuori patto. Oggi gli eredi Rotelli pesano invece per
appena il 3,3% del capitale e per quanto comprensibile un
interesse a mantenere la presenza in consiglio, solo l'assemblea
potrà decidere. Lo stesso patto che ha espresso l'attuale
consiglio, poi, non esiste più da novembre. Il primo socio è
Fiat (20,5%). Al secondo posto ci sarebbe Mediobanca, scesa a
inizio marzo poco sotto il 10%, ma probabilmente già scesa
ulteriormente. Segue quindi Diego Della Valle, molto attivo in
partita, con il 9%. Mentre tra i grandi soci è rimasta Intesa
(6,5%), per quanto in prospettiva intenda anche lei uscire. E'
così probabile che oltre alla necessaria integrazione del
consiglio nella proposta di governance dal Cda arrivino anche
delle ipotesi di modifica allo statuto, per rendere i meccanismi
di nomina del Cda più adeguati all'assetto attuale e più
rappresentativi delle varie componenti.(ANSA).