(ANSA) - ROMA, 27 MAR - Il treno della ripresa sta arrivando,
ma per farlo fermare in Italia è necessario costruire una solida
stazione che consenta alle imprese di rilanciarsi e liberarsi
dei mille ostacoli che ne frenano la crescita. Il ministro dello
Sviluppo economico, Federica Guidi, punta sulla metafora per
descrivere quello che vuole fare nel suo nuovo ruolo,
annunciando, tra misure già sostanzialmente sul tavolo del
precedente governo, anche la costituzione di una task force di
esperti per stabilire le priorità dell'industrial compact
italiano, da mettere a punto "sulla falsariga di quello
europeo".
Nella sua prima audizione davanti alle commissioni Attività
produttive della Camera e Industria del Senato, convocata per la
rituale illustrazione delle "linee programmatiche" del ministero
che è stata chiamata a condurre, la Guidi ha innanzi tutto
spiegato che il recupero dalla crisi "è in corso ma è ancora
lento e incerto", anche perché "fragilità congiunturali e alti
costi di sistema rischiano di frenare la ripresa". Per fare in
modo che il treno della ripresa si fermi anche "alla nostra
stazione", allora, è necessario mettere a punto una politica
industriale che "finora non c'è stata". Per farlo, la
neo-ministro si affiderà a un gruppo di esperti, ha citato
"economisti e politologi", che "riescano a creare un industrial
compact" i cui principali punti devono comunque essere cinque:
il rilancio degli investimenti privati, attraverso in primo
luogo la 'Nuova Sabatini' che consente il rinnovo dei processi
produttivi delle Pmi attraverso finanziamenti bancari a tasso
agevolato e con risorse per 2,5 miliardi di euro incrementabili
fino 5; l'accesso al credito, da realizzare attraverso il
potenziamento degli strumenti di garanzia pubblica, che prevede
la possibilità di estendere l'operatività del Fondo centrale di
garanzia per le pmi con ulteriori 500 milioni di euro, ma anche
con i minibond, che riceveranno impulso con l'emanazione entro
giugno di un decreto Mise-Mef per rendere operativo l'utilizzo
della garanzia pubblica; altro capitolo importante
dell'industrial compact è la riduzione dei costi dell'energia
con l'operazione già annunciata sulle bollette delle pmi, di cui
si vedranno gli effetti "entro il 2015" e con la spinta ai
rigassificatori; fondamentale, ha proseguito il ministro, sarà
anche il lavoro per l'internazionalizzazione delle imprese, per
cui "l'Ice non va tagliato, ma potenziato"; e, infine, la
riduzione degli oneri e degli adempimenti attraverso una "grande
opera di sburocratizzazione".
Un programma impegnativo, quindi, fortemente concentrato sul
rilancio delle pmi, che con le imprese artigiane sono state "le
più colpite dalla crisi". E che non dispiacerà forse a
Confindustria con cui, ha assicurato il ministro, c'è "rispetto
reciproco" e "collaborazione" pur negli ambiti e nei ruoli
diversi che caratterizzano il governo e l'associazione degli
industriali.(ANSA).