(di Alessandro Carlevaro e Paolo Algisi)
(ANSA) - MILANO, 27 MAR - Sarà di 800 milioni di euro, il
massimo consentito dalla delega conferita dall'assemblea,
l'aumento di capitale di Banca Carige. Lo ha deciso il cda al
termine di una lunga seduta nel corso della quale è stato
approvato il piano industriale 2014-2018 e i conti
dell'esercizio appena concluso.
I risultati 2013 segnano il rosso più grande nella storia
dell'istituto ligure: una perdita di 1,76 miliardi di euro, a
causa della svalutazione quasi integrale degli avviamenti (per
1,67 miliardi) e di una profonda pulizia nel portafoglio
crediti, all'interno del quale sono state apportate rettifiche
per 1,09 miliardi. Un lavoro portato avanti dal nuovo
amministratore delegato, Piero Montani, su impulso di Bankitalia
e che ha permesso di elevare la copertura delle sofferenze dal
49,8% al 56,3% e quelle degli incagli dal 14,6% al 20,3%.
Nell'ambito del piano industriale è stato anche deciso di
ridurre l'organico attraverso 600 prepensionamenti incentivati
da realizzare entro il 2018 senza ricorrere - riferiscono
ambienti vicini alla banca - ad operazioni di ''macelleria
sociale''. Prevista anche la chiusura di un centinaio di
filiali. Alla fine del piano, che conferma l'intenzione di
cedere le assicurazioni e gli asset non core, il gruppo punta a
un rote (ritorno sul capitale tangibile) del 9%, a ridurre il
cost-income (rapporto tra costi e ricavi) al 51,4% e a
raggiungere un livello di Cet1, principale indicatore di
solidità patrimoniale sotto Basilea III, dell'11,5%.
La strategia del gruppo intende riconfermare la vocazione, un
po' appannata dopo l'ispezione di Bankitalia che ha messo in
luce i 'crediti facili' della gestione Berneschi, di banca
Carige come banca commerciale del territorio, focalizzata sulle
famiglie e le pmi del Nord Italia.
Quanto all'aumento di capitale l'intenzione del cda, come
concordato con la Fondazione Carige, è di procedere a giugno,
con l'avvio della negoziazione dei diritti di opzione in borsa.
Il buon esito della ricapitalizzazione, che dovrà fare i conti
con un mercato affollato dagli aumenti di diverse banche
italiane, è garantito dal consorzio di garanzia a cui
partecipano Mediobanca, Citigroup, Credit Suisse, Deutsche bank,
Unicredit, Commerzbank, Nomura e il Santander.(ANSA).