(di Davide Muscillo)
(ANSA) - ROMA, 25 MAR - Ignazio Marino striglia ancora una
volta Acea. E questa volta invia una lettera-diffida al collegio
sindacale dell'azienda per chiedere di convocare
"immediatamente" ed entro i termini di legge l'assemblea dei
soci. Non oltre il 6 maggio 2014 e con all'ordine del giorno la
riduzione dei compensi e del numero dei componenti del Cda.
Continua così il braccio di ferro tra il Campidoglio e la
municipalizzata dell'energia elettrica e del gas, di cui il
Comune detiene il 51%. Uno scontro che va avanti da diversi
mesi, praticamente da quando Marino è diventato sindaco. Durante
la campagna elettorale si era opposto alla nomina dell'attuale
Cda. Poi aveva scritto all'azienda di mettere all'ordine del
giorno la riduzione del numero dei consiglieri di
amministrazione. Oggi, invece, il primo cittadino ha inviato una
diffida al collegio sindacale di Acea per "garantire l'immediata
celebrazione dell'assemblea che il Comune, socio di maggioranza,
aveva chiesto il 3 marzo scorso con all'ordine del giorno la
riduzione dei compensi e numero membri cda". L'assemblea dei
soci ieri è stata convocata per il 5 giugno. Ma nella diffida il
sindaco contesta due cose: l'assenza di un ordine del giorno
approvato e la convocazione entro i termini di legge "e quindi
non oltre il 6 maggio 2014".
Nella lettera, inoltre, si evidenzia non solo che il cda ha
"stravolto il calendario societario" ma che "la dilazione reca
gravissimo danno alla società, agli azionisti e a Roma
Capitale". E in un videomessaggio, postato su Facebook e in cui
il chirurgo dem accusa il cda di "scarsa sensibilità" sul tema
della riduzione dei compensi, Marino avverte: "Spero davvero che
ci sia una riflessione ulteriore e che questa discussione
avvenga senza dare la sensazione sgradevole che ci sono 9
consiglieri di amministrazione che vogliono rimanere imbullonati
almeno per un altro trimestre alle loro poltrone con i loro
salari".
Da Acea non arriva nessun commento. Il presidente di
Unindustria Maurizio Stirpe, poco prima che fosse diffusa la
notizia della lettera-diffida di Marino, in un'intervista aveva
dato un consiglio al sindaco: "La strada che dovrebbe seguire è
quella dell'ascolto e del dialogo, non certo dello scontro".
La normativa sembra chiara in caso di braccio di ferro sulla
convocazione di assemblee da parte dei soci. Nel caso non venga
convocata l'assemblea richiesta da un socio o di ritardi, a
decidere è il Tribunale che, secondo l'articolo 126 bis del
Testo unico della Finanza e l'articolo 2367 del Codice civile,
"ordina con decreto la convocazione, designando la persona che
deve presiederla".(ANSA).