(di Alfonso Neri)
(ANSA) - MILANO, 24 MAR - Per una volta il presidente di
Confindustria è un po' arrabbiato: non ha capito perché sia
stato dipinto un contrasto con il governo Renzi, anche perché su
uno dei provvedimenti concreti più importanti - il 'decreto
lavoro' - la sintonia è stata totale e largamente espressa.
Quindi ha voluto chiarire la linea: gli industriali saranno ''i
sostenitori più leali'' del nuovo esecutivo. Anche se la
'delega' non è ovviamente in bianco, ma ''in attesa delle
riforme e di vederle applicate'', precisa Giorgio Squinzi.
A stretto giro di posta il ministro dei Trasporti, Maurizio
Lupi, ha risposto che ''Squinzi è un grande imprenditore: giochi
con noi questa sfida di cambiare l'Italia, basta con il
disfattismo''. Il governo ''accetta la sfida: vogliamo giocare
la partita cercando di vincerla, poi se la perdiamo andiamo a
casa'', conclude Lupi.
Nei giorni scorsi, a chi gli aveva chiesto di dare un voto al
presidente del Consiglio, Squinzi aveva risposto di non poterlo
giudicare, perché sarebbe ''ancora a casa che si sta preparando
alle interrogazioni''. Forse Renzi se l'è un po' presa e il
presidente di Confindustria ha voluto chiarire. ''Siamo di
fronte a un vento di cambiamento nelle istituzioni: la rapidità
con cui siamo arrivati a un nuovo governo, a discutere della
nuova legge elettorale, a ridisegnare riforme costituzionali e
fiscali, a ripensare il rapporto con l'Europa è quello che
contraddistingue la nostra classe politica'', dice Squinzi.
''Non bastano più le intenzioni, ma atti vincolanti, tempi
certi e grandi risorse: serve - aggiunge Squinzi - una drastica
revisione del patto fiscale, una forte semplificazione delle
norme e delle competenze tra Stato e Regioni, pubblico e
privato. Serve il rispetto delle promesse, a cominciare da
quelle tra pubblica amministrazione e aziende che aspettano da
anni la restituzione dei crediti e che non possono permettersi
di veder rimandato ancora un atto doveroso'', spiega il
presidente di Confindustria.
Alle televisioni Squinzi ripete solo poche parole
(''sosterremo il governo'') e spiega che ''la contrapposizione
che sta montando in questo momento è essenzialmente mediatica'',
anche se si augura che ''il tratto generazionale, che di questi
tempi sembra la cura di tutti i mali, non si fermi al mero dato
anagrafico, ma attenga alla sostanza e non solo alla forma''.
(ANSA).