(di Sabina Rosset)
(ANSA) - MILANO, 24 MAR - Nuova fumata nera sulla
convocazione dell'assemblea Rcs. Il nodo resta quello
dell'integrazione del Cda dopo le recenti dimissioni dal board,
con un consiglio espressione per altro di un assetto azionario
ampiamente mutato dopo l'ultimo aumento di capitale. L'idea che
siano gli stessi azionisti a trovare un punto di incontro
sull'integrazione del Cda non sembra al momento aver avuto
successo. E l'ipotesi che si sta facendo strada ora, si apprende
da fonti finanziarie, è che sia il consiglio stesso a cercare
una proposta sulla governance da sottoporre poi in assemblea ai
soci.
Il board si era aggiornato ad oggi dopo il Cda sui conti del
10 marzo, per completare la trattazione dei punti all'ordine del
giorno e convocare l'assemblea in data unica l'8 maggio. Di
recente dal consiglio si è dimesso l'amministratore Carlo
Pesenti, mentre andrà sottoposta al voto dei soci in assemblea
anche la nomina di Attilio Guarneri, cooptato in sostituzione
dello scomparso Giuseppe Rotelli. Questi era a suo tempo primo
socio al di fuori di un patto di sindacato, sciolto a fine
ottobre. Oggi Fiat è salda in testa all'azionariato con il
20,5%. Seguono Mediobanca, che sta progressivamente vendendo le
proprie quote e si trova oggi poco sotto il 10%, mentre Diego
Della Valle è al 9%.
In serata Rcs ha però fatto sapere che ''a causa di
improvvisi impegni sopravvenuti di taluni consiglieri'' il
consiglio ha nuovamente aggiornato i lavori, questa volta per
venerdì 28 marzo. Oggi il consiglio effettivamente non era al
gran completo: Piergaetano Marchetti era impegnato a fare gli
onori di casa nel convegno con il ministro Maurizio Lupi in sala
Buzzati. Mentre i consiglieri Fulvio Conti e Roland Berger erano
all'estero per precedenti impegni. Se prevarrà, come sembra,
l'idea di procedere con la ricerca di una soluzione del Cda
sulla governance, nel lavoro delle diplomazie saranno preziosi
anche questi giorni ulteriori per elaborare la proposta.
Intanto si sono scaldati molto gli animi dei dipendenti del
gruppo, e soprattutto dei giornalisti del Corriere della Sera e
della Gazzetta dello Sport, dopo le notizie di stampa sul fatto
che al vaglio del Cda odierno ci sarebbe stato anche un piano
per il riconoscimento di bonus all'amministratore delegato
Pietro Scott Jovane e ad altri venti manager di prima fila.
Contro l'ipotesi si sono pronunciati subito con forza i Cdr del
Corriere e della Gazzetta e la Rsu Rcs Quotidiani, invitando il
Cda a respingere un piano in tal senso. ''Questa decisione -
hanno spiegato in una nota congiunta - verrebbe vissuta come una
beffa vergognosa ed eticamente inaccettabile da tutti i
dipendenti di Rcs Mediagroup che hanno accettato la ripartizione
dei sacrifici necessari, a cominciare dal taglio dei posti di
lavoro, per il rilancio del gruppo''.
Dai giornalisti del Corriere e della Gazzetta si è appreso
poi che le due redazioni si riuniranno da domani pomeriggio in
assemblea permanente per decidere le iniziative da adottare,
mentre non mancano i giornalisti che si dicono 'pronti allo
sciopero'.
Da quanto si è potuto capire da fonti finanziarie in realtà
l'ipotesi di assegnare dei bonus non era precisamente al vaglio
del Cda di oggi. La società si sarebbe invece già dotata in una
precedente riunione del consiglio di un piano di premi legati al
raggiungimento degli obiettivi del piano e ne sarebbero
destinatari l'A.d e le prime linee. I termini dei primi in
questione dovrebbero venir divulgati nella relazione sulle
retribuzioni, che verrà resa nota assieme alla documentazione
per la prossima assemblea. (ANSA).
