(ANSA) - ROMA, 24 MAR - La crescita mondiale piano piano si
rafforza e per quanto resti tuttora fragile e vulnerabile a
potenziali rischi, sembra destinata a migliorare ancora, con le
economie avanzate che hanno preso il bastone del comando. Ma tra
queste ultime, e in particolare all'interno dell'area euro, la
mappa della crescita è ancora molto irregolare.
E' all'interno di questo panorama delineato dal Fondo
Monetario Internazionale che si colloca l'Italia, con la sua
crescita confermata per quest'anno attorno al mezzo punto
percentuale (+0,6%) e per il prossimo all'1,1%. Un'Italia che
resta tra i paesi meno performanti di Eurolandia, penalizzata
anche da un tasso di disoccupazione ancora in crescita, ma che
potrebbe comunque beneficiare di una buona spinta al Pil se tra
le varie riforme adottasse misure per far ripartire il mercato
del credito.
Nell'ultima bozza del World Economic Outlook circolata in
questi giorni il Fondo spiega che si attende un rafforzamento
dell'economia globale dal 3% del 2013 al 3,6% del 2014 e al 3,9%
del 2015. "Gran parte dell'impulso - si legge - verrà dalle
economie avanzate, la cui crescita dovrebbe aumentare di circa
il 2,3% nel 2014-15, con un miglioramento di circa un punto
percentuale rispetto al 2013". Elementi chiave sono, secondo il
Fmi, riduzione della stretta di bilancio (ad eccezione del
Giappone) e condizioni di politica monetaria altamente
accomodanti. La crescita sarà più forte negli Stati Uniti, di
circa il 3%, mentre nei paesi di Eurolandia più sotto stress
resterà "fragile e debole" dal momento che debito elevato e
frammentazione finanziaria frenano la domanda interna. Tra gli
altri grandi fulcri mondiali, il consolidamento di bilancio del
Giappone produrrà un certo rallentamento della congiuntura,
mentre la crescita dei paesi emergenti dovrebbe riprendere in
modo "solo modesto".
I rischi al ribasso però, sostiene il Fondo, continuano a
dominare le prospettive globali e tra questi uno dei maggiori
indiziati è l'inflazione, o meglio, un'inflazione troppo bassa e
dunque il timore di deflazione da cui potrebbe scaturire per
alcuni paesi addirittura una stagnazione.
Per quanto riguarda l'Italia, con il suo Pil previsto in
crescita quest'anno di appena lo 0,6%, resta tra i fanalini di
coda e sotto la media dell'area euro (+1,1%). Avranno una
performance analoga alla nostra infatti la Spagna, i Paesi Bassi
e anche la Grecia, ma nel caso di Atene in particolare, a
differenza di noi nel 2015 ci staccherà di netto con un Pil in
volata del 2,9%.
A pesare sulla situazione italiana influisce sicuramente
anche un numero molto elevato di senza lavoro: la disoccupazione
quest'anno salirà di nuovo, dal 12,2 al 12,4% e per vederla
calare all'11,9% bisognerà aspettare il 2015. Il Fondo Monetario
però calcola che, come per altri paesi, anche in Italia se si
adottassero misure per far ripartire l'offerta di credito, il
Pil potrebbe aumentare del 2% "o oltre". (ANSA).