(ANSA) - ROMA, 18 MAR - La revisione degli attivi bancari da
parte della Bce ha spinto le banche italiane a "uno sforzo nel
fare pulizia" che ha "migliorato lo stato di salute del sistema
bancario", anche se nel 2014 potrebbero rendersi necessarie
ulteriori azioni da parte degli istituti di credito.
Lo scrive Fitch in uno studio dedicato agli istituti
italiani, quantificando in 20 miliardi di euro le svalutazioni
sui prestiti compiute nel 2013. Di queste circa il 70% sono
ascrivibili alla sola Unicredit, che per questo "potrà avere
svalutazioni molto più basse nel 2014" avendo ridotto
significativamente i rischi per la qualità del credito
predisponendo copertura in maniera "più rigorosa" rispetto a
molti concorrenti.
Con un Common Equity Tier 1 sopra il 9% al netto di una piena
applicazione dei criteri di Basilea 3, la gran parte degli
istituti italiani "dovrebbe essere ben posizionata per i test
della Bce", scrive Fitch. Secondo gli analisti Intesa Sanpaolo,
che pubblicherà il bilancio 2013 la prossima settimana, dovrebbe
confermare "una solidità patrimoniale e una capacità di generare
utili maggiori rispetto ai concorrenti italiani". L'agenzia nota
la minor copertura delle svalutazioni di Banco popolare e Ubi
Banca, ma scrive anche ciò è compensato dal fatto che che
entrambe stimano a oltre il 10% il loro Common Equity TIer 1
tenendo pienamente conto dei criteri di Basilea 3.
Fitch nota nel report che se da un lato gli oneri derivanti
dalle svalutazioni sono stati più alti, dall'altro c'è stato nel
quarto trimestre un rallentamento dei crediti deteriorati e ciò
conferma l'aspettativa che l'asset quality si stabilizzerà e che
l'aggregato dei crediti non perfoming avrà il suo picco nel
2014. Tuttavia - prosegue il report - qualsiasi inversione di
trend per l'asset quality richiederà del tempo prima di
manifestarsi.
(ANSA).